Se Londra mette da parte il “progetto Ruanda”, Berlino lo ricicla per far fronte all’emergenza rifugiati. Joachim Stamp, commissario tedesco per le migrazioni, durante un podcast su Table Media ha dichiarato che “al momento non abbiamo nessun paese terzo che si è fatto avanti, ad eccezione del Ruanda”. Rappresentante del partito Fdp, il commissario ha calcolato che la Germania potrebbe dirottare in Africa circa 10.000 persone all’anno, respingendo le pressioni dei conservatori che invece chiedono di estendere la soluzione ad un numero maggiore di rifugiati.

Per Stamp invece, la Germania applicherà questo modello specificamente sui migranti che attraversano i confini orientali dell’Unione europea: in particolare, quelli che arrivano dalla Bielorussia, in uno schema che l’Europa vede anche come una “guerra ibrida” da parte della Russia, con il beneplacito di Minsk, nell’aprire le strade ai flussi migratori verso quei Paesi che aiutano l’Ucraina. Per certi versi la proposta di Stamp sorprende, ma non più di tanto: dopo l’attentato a colpi di coltello rivendicato da un affiliato all’Isis avvenuto a Solingen il 24 agosto – bilancio, 3 morti e 8 feriti il governo del cancelliere Scholz ha annunciato che avrebbe applicato restrizioni all’ingresso dei rifugiati. L’autore dell’attacco è un siriano di 26 anni che aveva chiesto asilo, ma gli era stato negato; il suo ordine di espulsione non era mai stato eseguito perchè nel frattempo il giovane aveva fatto perdere le sue tracce.

Il partito di estrema destra AfD aveva subito inteso sfruttare il malcontento, puntando sulla minaccia dei migranti, costringendo il cancelliere Scholz a promettere nuove misure, più restrittive negli ingressi. La “soluzione Ruanda” era stata avanzata dal governo britannico conservatore nel 2022, ma bocciata lo scorso luglio dal nuovo esecutivo laburista di Starmer. L’ex primo ministro Sunak aveva promesso alla fine di aprile di iniziare a inviare richiedenti asilo in Ruanda entro 10-12 settimane, dopo che il parlamento aveva approvato la norma per facilitare l’espulsione di coloro che arrivano in Gran Bretagna senza permesso. La Corte d’Appello aveva dichiarato illegale la decisione, ma Sunak aveva insistito, volendo mantenere fede all’impegno di porre un freno agli attraversamenti della Manica da parte di migranti partiti dalle coste francesi.

Questo piano, che sembrava ormai fallito, viene ora ritirato fuori dalla Germania. I partiti che si stanno imponendo nelle recenti elezioni dei Lander in Turingia e Sassonia – in particolare l’AfD hanno fatto della questione rifugiati un cavallo di battaglia. Ad aiutarli ci sono i numeri: nel 2023 oltre 350 mila persone hanno fatto richiesta di asilo. Si tratta della cifra più alta registrata dal 2016. I dati sono stati forniti dall’Ufficio federale per la migrazione ed i rifugiati. Da tenere presente che le persone in fuga dall’Ucraina non sono inserite in questo calcolo perchè non hanno bisogno di presentare la richiesta di asilo.

Il Bamf ha vagliato, sul totale, 260.000 domande, più della metà delle quali sono state accolte. La maggior parte delle richieste proveniva da persone che avevano lasciato la Siria (104.561), Turchia (62.624) e Afghanistan (53.282). La maggioranza dei siriani e degli afghani, i cui paesi sono in preda a conflitti e violazioni dei diritti umani, ha ricevuto una decisione positiva; per quanto riguarda i turchi, solo il 13% delle richieste è stato accolto.

Nancy Faeser, ministra degli Interni, ha dichiarato che “i numeri delle richieste di asilo per il 2023 dimostrano che dobbiamo proseguire con rigore, nel nostro percorso di limitazione dell’immigrazione irregolare”. Ma per le opposizioni ad iniziare da Cdu e Csu “nonostante la pressione sui Comuni, il governo resta saldamente fedele ai suoi intenti, come quello di rendere più facile l’ottenimento della cittadinanza, incoraggiando così sempre di più l’immigrazione illegale”. E con l’avanzata dell’estrema destra nei Lander, la coalizione di Scholz si sente con l’acqua alla gola, tanto da pensare ad una “soluzione Ruanda”.

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