“Il ministro mi ha detto una frase che mi ha colpito molto. Ha detto: ‘Io sono il ministro, io sono un uomo, io rappresento l’istituzione e in futuro nessuno crederà a tutto quello che tu dirai‘”. Maria Rosaria Boccia, nella sua intervista a La Stampa, giustifica così la sua decisione di iniziare a registrare le conversazioni. Un frase che – a suo dire – sarebbe stata pronunciata da Gennaro Sangiuliano a fine luglio. La 41enne imprenditrice di Pompei, al centro dello scandalo che fa tremare la poltrona del ministro della Cultura del governo Meloni, non spiega però di che tipo di audio o video è in possesso: “Io ho semplicemente dei documenti per certificare la verità di una donna che diversamente non sarebbe stata creduta”. E in un passaggio, la “non consulente” denuncia il doppiopesismo della premier Giorgia Meloni nell’affrontare vicende che riguardano “la dignità dell’essere donna“.
“‘Mi auguro che Sangiuliano smentisca queste parole perché sono inaccettabili e tracotanti“, ha commentato la deputata di Italia Viva, Maria Elena Boschi, che sui social rinnova l’invito a firmare la petizione lanciata dal suo partito per chiedere le dimissioni del ministro della Cultura. “In ogni caso questo Ministro si è dimostrato incapace di gestire la cultura. Lo invitiamo alle dimissioni come stanno facendo tante persone di destra e di sinistra”, ha aggiunto Boschi.
Sempre nell’intervista a La Stampa – nella quale Boccia ribadisce che Sangiuliano sarebbe sotto ricatto di persone potenti, tra cui “direttori di settimanali“ – alla domanda se ha anche documenti riservati, la 41enne ha risposto: “Io ho i documenti che la segreteria e il gabinetto del ministro mi hanno fornito”. Ci sono file che coinvolgono altri politici, ministri, la premier Meloni? “Io ero a stretto contatto con il ministro. Quindi ho ascoltato telefonate e ho letto messaggi“.