Mandare in Parlamento gente che commette atti di violenza è nello stile italiano. Parola di Viktor Orban. Il presidente ungherese le ha pronunciate al Forum di Cernobbio nel giorno in cui è attesa anche la premier Giorgia Meloni. “È strano. È una questione italiana, se vi piace delegare questo tipo di persone è un affare vostro – ha detto il capo di stato rispondendo a margine del ai cronisti che gli chiedevano che effetto gli facesse vedere Ilaria Salis – a processo a Budapest con l’accusa di aver aggredito un gruppo di neonazisti – sedere al Parlamento europeo -. Dal punto di vista dell’Ungheria è più che sorprendente: venire in Ungheria in modo organizzato e commettere atti di violenza contro cittadini che camminano per strada e poi essere eletti al Parlamento europeo è nello stile italiano. Non ungherese. È un crimine. Anche se adesso non possiamo perseguirla perché il Parlamento probabilmente le concederà l’immunità”.
Parole intinte nel miele, invece, quello che Orban riserva a Giorgia Meloni. “All’inizio – ha spiegato – questo rapporto non ha avuto un ruolo importante nella politica europea, ora però insieme possiamo aprire una nuova era”. Secondo Orban “avere le stesse basi culturali gioca un ruolo più importante rispetto al passato” e Giorgia Meloni “non è solo una collega politica ma una sorella cristiana“. “Questo concetto – conclude – ha un senso politico fondamentale per l’Ungheria ma credo anche per l’Italia e questo aspetto culturale della politica tornerà in Europa come è giusto che sia”.
“La precedente Commissione europea – ha detto ancora Orban – si è dimostrata fallimentare in termini di competitività dell’economia europea, immigrazione e stop alla guerra”. Secondo Orban “oggi a Bruxelles hanno deciso di creare sostanzialmente la stessa Commissione, quindi anche se penso che le persone possono cambiare e fare meglio di prima, è molto difficile da credere. Proverò a supportare la commissione quanto più possibile, ma essendo un uomo razionale penso che abbiano ignorato il desiderio di cambiamento degli elettori”. “Lo stesso establishment – conclude – è ancora lì a Bruxelles e non è una cosa buona”.
Raffaele Fitto, candidato dall’Italia a un ruolo di peso nella Commissione europea, invece gli piace: “Non sono il presidente della Commissione europea. Sono solo il presidente del Consiglio, lo conoscono ed è un uomo eccezionale“.