IL PRIMO INCONTRO, I TELEGATTI E L’OROLOGIO - 2/6
“La prima volta che l’ho incontrato è stato ai tempi di Deejay Television. Ero ancora acerbo, venivo dal paesello, quindi ogni volta che incontravo qualcuno di famoso dicevo ‘eh che cazzo!’, guarda chi c’è, guarda quello, guarda quell’altro. Un giorno mi ritrovai per i corridoi di Mediaset e vidi Mike per la prima volta. Fu un colpo incredibile: davanti a me si materializzò tutta la mia infanzia in bianco e nero, i giovedì sera di ‘Lascia o raddoppia?’ il Festival di Sanremo… – racconta Fiorello –. Ma allora Mike esiste, è vero ed è anche a colori. Quando mi passò davanti mi mancò però il coraggio di fermarlo”.
Ma il tempo è galantuomo. E il fuoriclasse di “VivaRai2” ebbe un’altra occasione per conoscere il suo idolo, più tardi, durante la serata dei Telegatti. “Anch’io cominciavo a essere conosciuto, ero seduto accanto a Mike che si rivolse a me con queste parole. ‘Ma lo sai che tu sei proprio bravo, tu potresti andare in America perché uno come te in America avrebbe grande successo. Lo sai l’inglese? Ah no! E allora devi studiarlo, non puoi non sapere l’inglese’”. Laconico, diretto e sicuro di sé. Il Re Mida del bianco e nero era fatto così. In un’altra occasione aveva buttato l’occhio sull’orologio di Fiorello, “un Frank Muller Casablanca dal valore di 10 milioni delle vecchie lire. Mi guardò e mi disse: ‘Ma qui abbiamo un orologio da intenditore eh, come mai hai un orologio del genere eh?’, ‘Mike, me lo hanno regalato’, ‘Te lo hanno regalato?’, mi fulminò con aria perplessa (…). Passò un anno e una sera Mike bussò al mio camerino, aprì la porta, si affacciò, mi mostrò il polso cinto da un orologio e disse testuali parole: ‘Questo è quello da 24 milioni’. Chiuse e se andò”.