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“Ci siamo voluti bene, per me c’è sempre ed è immortale. Nascondeva le emozioni, ma un giorno mi disse ‘sei un fico’”: Fiorello e il suo Mike Bongiorno

Per lo showman siciliano, il re dei quiz è stato un maestro, un complice, il genio capace di sorprenderlo, spiazzarlo e soprattutto una persona su cui poter contare

di Gabriele Scorsonelli
L’AFFETTO TRA ALLIEVO E MAESTRO - 6/6

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Il re del “Lascia o Raddoppia”, dove lo mettevi, stava: con le sue regole (sempre con la buona educazione) e la sua ironia. Ma era preciso, puntuale. “Sul lavoro, non scherzava: ‘Ricordati che la pubblicità è una cosa importante, lo sponsor ti paga perché tu devi fare un lavoro che per lui è fondamentale, quindi impegnati sempre’”, uno dei tanti insegnamenti che Fiorello sottolinea di custodire ancora con sé. E il fuoriclasse siciliano, oggi, è forse quello che Bongiorno era allora.

Un gran professionista, capace di intrattenere calando l’eccezionale nella normalità. In parte, lo deve al suo maestro. “Quando sono passato a Sky, l’ho invitato come ospite. Lui, a mia insaputa, si è presentato vestito da Lawrence d’Arabia e, dentro il tendone di Piazzale Clodio, a Roma, si è portato dietro un cammello. Vidi Mike vestito da Lawrence d’Arabia che trascinava un cammello e rimasi stupito. Ebbene, lui gioiva del mio stupore e quando riusciva a sorprendermi, era l’uomo più felice del mondo”, evidenzia il mattatore fino all’anno scorso in onda su Rai 2.

Dare e ricevere, senza interessi né secondi fini. Mike aveva aiutato Fiorello agli inizi, aveva creduto in lui. E Fiorello ha dato al suo idolo una seconda giovinezza artistica, nel momento in cui la televisione – che Bongiorno, negli anni Sessanta, rappresentava più di tutti – aveva smesso di affidarsi alle sue mani d’oro. “In cinque anni sono accadute molte cose, sul piano professionale e personale. Un giorno Mike mi guardò negli occhi, mi mise una mano sulla spalla, che non è proprio da Mike, no, non è da Mike, mi fissò e mi disse: ‘Ma lo sai che io ti voglio bene?’. Io rimasi di stucco, una cosa così, detta da uno che era capace di nascondere i suoi sentimenti, era come mi svelasse un segreto. Non ho potuto che rispondergli ‘Ti voglio bene anch’io, Mike!’. Mike preferisco ricordarlo così, come un compagno di giochi, come quella volta che arrivò in radio portando un rametto. ‘Che cos’è Mike?’. ‘Cosa sei tu? Sei un fico e allora io ti regalo questa piantina di fico’. Ho preso quel rametto e l’ho piantato nel giardino di casa. Adesso lo vedo dalla finestra, in questo momento lo sto guardando ed è come se guardassi ancora Mike”, chiosa ‘Ciuri’.

Un rametto e un ‘ti voglio bene’ a ricordare che Fiorello e Mike Bongiorno sono stati sì allievo e maestro. Ma soprattutto una coppia di conduttori e amici che non hanno avuto paura di osare. Perché il pubblico vuole sempre qualcosa di nuovo. E quale miglior modo, se non rendere la quotidianità straordinaria.

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