Dragoni Rossi annientati dai Samurai Blu. Come se fosse il titolo di un cartone animato asiatico. E invece, era la partita tra Giappone e Cina– valida per le qualificazioni ai Mondiali 2026 -, terminata 7-0 in favore dei padroni di casa. Tanti i gol presi, non di meno sono stati gli insulti e le polemiche ricevute sui social e dalla stampa locale per una sconfitta epocale e umiliante. “Quando il sapore dell’amarezza raggiunge il suo estremo, tutto ciò che rimane è l’intorpidimento. Il calcio cinese ha toccato il fondo e il ct Branko Ivankovic ha mostrato la sua incompetenza, un fattore che ha contribuito alla disastrosa sconfitta”, titola l’Oriental Sports Daily di Shangai.

Lo sport preferito del presidente Xi Jinping
È uno tra gli sport preferiti dal presidente Xi Jinping. Oggi, potrebbe non pensarla allo stesso modo. Grande appassionato di calcio, aveva promesso un decennio fa di “resuscitare” la nazionale maschile. Dopo 10 anni, i risultati sono pessimi. Una rinascita annunciata in grande stile, ma il pallone in Cina ha sempre fatto fatica a decollare. Nonostante i grandi sforzi economici, l’arrivo di talenti sul viale di tramonto e il susseguirsi di tecnici stranieri, compresi gli italiani Marcello Lippi e Fabio Cannavaro, per citare due nomi. E contro il Giappone è arrivato un’umiliazione difficile da dimenticare. Alla nazionale cinese mancano ancora nove partite di qualificazione e ha ancora una possibilità di raggiungere la Coppa del Mondo allargata a 48 squadre nel 2026. Nella sua storia, la Cina ha preso parte a una sola edizione del Mondiale, quello del 2002 in Giappone e Corea del Sud guidata dal ct Bora Milutinovic.

La rivolta social: “Il calcio non fa per noi”
La reazione in Cina è stata smorzata dai media statali. Il China Sports Daily ha pubblicato un articolo molto breve intitolato: “La Cina ha perso contro il Giappone nelle qualificazioni ai Mondiali” senza entrare troppo nel dettaglio. Ma sui social media cinesi la discussione sul ko è stata assai accesa. Weibo (l’X mandarino) è letteralmente impazzito dopo la sconfitta e l’hashtag “la nazionale perde contro il Giappone 0-7” ha fatto registrare oltre 500 milioni di visualizzazioni. Zhang Feng, giornalista e commentatore con un blog molto popolare nel Paese, è stato diretto: “Il calcio non può essere potenziato cantando odi o raccontando storie. Ha bisogno di abilità e allenamento fisico e tattico. Non può essere realizzato attraverso la politica“. Più duro Tang Yinghong, scrittore prolifico con un vasto seguito, che ha suggerito che il calcio non è adatto alla Cina, che ha vinto 40 medaglie d’oro alle recenti Olimpiadi di Parigi. Tra insulti e polemiche, c’è anche chi sdrammatizza con ironia: “Non sappiamo ancora che aspetto abbia il portiere giapponese dopo una partita di 90 minuti”, scrive un utente.

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