Un’attivista con cittadinanza americana è stato uccisa a colpi di arma da fuoco dall’esercito israeliano durante una manifestazione nella città di Beita, in Cisgiordania, vicino a Nablus. La giovane si chiamava Aysenur Ezgi Eygi, aveva 26 anni ed era nata ad Antalya, una città sulla costa mediterranea nel sud della Turchia, ma aveva anche la cittadinanza Usa. Dopo essere stata colpita, è stata trasferita all’ospedale Rafidiye di Nablus ma i medici non sono riusciti a salvarla. È morta in seguito a un “colpo di pistola alla testa“, ha riferito Fouad Nafaa, direttore dell’ospedale.

Secondo l’agenzia palestinese Wafa, Ezgi Eygi era coinvolta nel progetto Faz’a, che si occupa di sostenere e proteggere gli agricoltori palestinesi “dalle violazioni dei coloni e dei militari israeliani”. L’attivista turco-americana stava partecipando a una protesta contro l’espansione degli insediamenti e la colonizzazione israeliana della Palestina, esasperata dalla vasta operazione militare condotta da centinaia di soldati israeliani in Cisgiordania cominciata alla fine di agosto. Per il governatore di Nablus, Ghassan Daghlas, Israele sta superando tutti i limiti. “Tutte le misure legali saranno sottoposte alla Corte penale internazionale“, ha affermato in una nota, citata da Al Jazeera. “I proiettili non fanno distinzione tra un palestinese, un bambino, una donna o qualsiasi nazionalità”, ha aggiunto, sottolineando che “Israele sta attraversando tutte le linee”. Poi l’appello rivolto al presidente americano, Joe Biden, affinché “interrompa ogni sostegno allo stato occupante perché lo stato occupante sta lavorando duramente per bombardare ospedali, uccidere bambini e uccidere stranieri, compresi cittadini americani”.

Stando alla ricostruzione dell’agenzia palestinese Wafa, i militari israeliani hanno utilizzato munizioni vere, granate stordenti e gas lacrimogeni per disperdere la protesta a Beita. Oltre a colpire mortalmente Ezgi Eygi, hanno ferito un palestinese di 18 anni. L’esercito israeliano ha dichiarato che durante i disordini pubblici sono state lanciate pietre contro i militari, che hanno risposto sparando alla parte inferiore del corpo di uno dei rivoltosi, secondo Ynet. Le proteste a Beita sono frequenti e la tensione è alta a causa appunto delle attività di insediamento israeliano nella zona.

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