Era arrivata all’Aurelia Hospital lamentando fitte fortissime al petto, ma dopo la visita in pronto soccorso era stata rimandata a casa con un antidolorifico. Ma quel farmaco potrebbe aver solo mascherato il dolore dovuto a un probabile infarto. E’ la possibile ricostruzione della vicenda di FrancescaCarocci, romana, che lavorava come attrice di teatro, morta in ospedale a 28 anni il 2 marzo scorso, due giorni dopo essere stata dimessa. Sul caso la Procura ha aperto un’inchiesta a carico di ignoti per omicidio colposo – coordinata dalla pm Eleonora Fini – anche per effetto di una denuncia della famiglia della giovane, rappresentata dall’avvocata Paola Cittadini.
Una perizia – eseguita dal medico legale LuigiCipolloni – ha confermato la morte per infarto. Secondo questa relazione, la patologia sarebbe già stata rintracciabile negli esami fatti in ospedale, che indicavano chiaramente che la ragazza soffriva di una patologia cardiaca. L’ipotesi è che il risultato delle analisi fatte in pronto soccorso – che hanno riscontrato livelli alti di troponina, indice di problemi cardiaci – e il tracciato dell’Ecg siano stati letti ed esaminati frettolosamente e senza la dovuta attenzione. Da lì, le dimissioni e la prescrizione di un antidolorifico che però non c’entra niente con le terapie per problemi cardiaci. A 48 ore dal mancato ricovero la ragazza ha chiesto di nuovo l’intervento del 118: durante il tragitto la 28enne ha avuto un primo attacco cardiaco ma dopo essere arrivata in ospedale (sempre l’Aurelia Hospital) è morta.
Carocci aveva studiato recitazione e aveva partecipato a diversi titoli in scena in teatri importanti della Capitale come il Marconi e il Brancaccio. In uno dei suoi ultimi spettacoli era stata Biancaneve, in una rivisitazione in commedia delle principesse Disney. Tra gli altri spettacoli che l’hanno vista protagonista anche L’Orlando furioso e Dondolo di Samuel Beckett.
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La Redazione
Roma, 6 set. (Adnkronos) - "Una notizia positiva. Nelle prossime ore incontrerò le forze politiche presenti in consiglio regionale con cui approfondire i presupposti programmatici per partire in questa battaglia e ragioneremo insieme su quali altre forze possano aiutarci in questa direzione e su quali elementi costruire una campagna elettorale che sarà breve ma intensa". Così il candidato del centrosinistra alla presidenza della Regione Liguria, Andrea Orlando, a margine della festa de L'Unità a Genova.
Roma, 6 set. (Adnkronos) - "Noi abbiamo bisogno di una coalizione larga. Lo dico da osservatore esterno ma penso che fa molto bene il Pd e fa molto bene Elly Schlein a lanciare un appello all'unità a tutte le forze di centrosinistra, sia a quella che facilmente ci collano nel centrosinistra, quelle che si ricollocano nel centrosinistra come Italia Viva e quelle che mi sembra si siano collocate nel centrosinistra come i 5 Stelle". Così Paolo Gentiloni alla festa nazionale de L'Unità di Reggio Emilia. Parole quelle su Italia Viva nel centrosinistra che hanno provocato proteste e contestazioni in platea.
Roma, 6 set. (Adnkronos) - "Sangiuliano ha fatto in ritardo ciò che doveva. Adesso speriamo di liberarci anche delle rivelazioni mediatiche ad orologeria della signora di Pompei. Se ha notizie relative a possibili reati vada a denunciarle alla magistratura. E che su tutta questa triste vicenda scenda presto un velo pietoso. Per carità di Patria". Così Carlo Calenda sui social.
Roma, 6 set. (Adnkronos) - L'ipotesi campo progressista allargato a Matteo Renzi? Farebbe perdere il 2-3% dei voti e "affosserebbe definitivamente le possibilità di vittoria del centrosinistra contro la coalizione di Giorgia Meloni". E' quanto emerge da una rilevazione riservata in mano al leader del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte, che l'Adnkronos ha potuto visionare.
Secondo il sondaggio "di una delle più importanti aziende di ricerca e consulenza", riferiscono fonti pentastellate, la presenza di Italia Viva nella coalizione di centrosinistra porterebbe ad una perdita (definita "determinante" ai fini dell'esito del voto) del 2-3%. Il 74% del campione intervistato ha dichiarato di preferire "un'alleanza la più coesa possibile, per definire un programma comune che sia credibile e convincente (anche al costo di escludere alcuni partiti)". Solo il 26% invece ha scelto "una coalizione più larga possibile (anche con partiti che hanno posizioni differenti) per avere più possibilità di battere il centrodestra".
"Il motivo di questi trend - si argomenta - trova spiegazione nel fatto che Italia Viva è risultata essere la forza meno gradita dall'elettorato di centrosinistra", principalmente "per una questione di inaffidabilità di Matteo Renzi": il 39% del campione, infatti, teme che Renzi possa "far cadere l'eventuale governo di centrosinistra". L'incompatibilità programmatica, invece, preoccupa solo un 20% degli intervistati.
Roma, 6 set. (Adnkronos) - “Un sottosegretario costretto a dimettersi per una vicenda torbida legata ad attività incompatibili con il suo ruolo, un ministro al centro di uno scandalo per l’uso disinvolto e privatistico delle istituzioni. Ci auguriamo che il successore indicato da Meloni sia all’altezza di guidare uno dei ministeri più importanti del paese". Così la capogruppo democratica nella commissione cultura della Camera, Irene Manzi.
"Con Sangiuliano abbiamo assistito solo a fallimentari tentativi di imporre un pensiero unico e all’occupazione politica dei luoghi della cultura. Con le dimissioni di Sangiuliano finisce un periodo triste per la cultura italiana che è stata relegata a grancassa del governo come dimostrano ancora oggi le parole di Sangiuliano nella sua lettera di dimissioni che è zeppa di rancore e falsità”.
Roma, 6 set. (Adnkronos) - "Le dimissioni del ministro Sangiuliano rappresentano un passaggio obbligatorio ma non mettono la parola fine a una vicenda che necessita di un chiarimento profondo e trasparente. Non bastano le dimissioni in merito a questioni di estrema gravità, che coinvolgono l’utilizzo di risorse pubbliche e la gestione di informazioni riservate". Così in una nota il deputato di AVS e portavoce nazionale di Europa Verde, Angelo Bonelli.
"È necessario andare a fondo per verificare tutti i comportamenti tenuti all'interno del Ministero della Cultura, e accertare se siano stati commessi abusi o violazioni di legge. Sarà compito della magistratura valutare la rilevanza penale dei fatti e stabilire le eventuali responsabilità. Il caso Boccia ha evidenziato questioni inquietanti, come l’indebito utilizzo di mezzi e servizi statali, oltre alla possibile rivelazione di segreti d’ufficio. Questi elementi richiedono un'indagine seria e approfondita che non può essere archiviata con le dimissioni. In questa vicenda si evidenzia la gestione opaca della premier Meloni che, come in altre circostanze, non è intervenuta tempestivamente, difendendo l’indifendibile come ha fatto con altri esponenti del suo governo da Santanchè a Delmastro”, conclude.
Roma, 6 set. (Adnkronos) - “Il ministro Sangiuliano si è ri-dimesso, va via. Ma resta tutto l’imbarazzo di Giorgia Meloni che, 48 ore dopo aver respinto le sue dimissioni, ci ripensa e gliele richiede. Speriamo non ci ri-ripensi”. Lo scrive su X il segretario di +Europa, Riccardo Magi.
“In questa fiction, l’unica cosa vera è che la vicenda tra Sangiuliano e Boccia è solo la tragicomica punta dell’Iceberg di una classe dirigente di destra che non ha alcun rispetto delle istituzioni italiane e le tratta come fossero di loro proprietà. E con questa classe dirigente e con un partito gonfio di giovani nostalgici del Duce, Giorgia Meloni sta esponendo quotidianamente l’Italia al ridicolo, portandola verso l’isolamento, l’irrilevanza e l’umiliazione”, conclude Magi.
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