Dalle quattro alle 24 mensilità di risarcimento nei confronti dei lavoratori della pubblica amministrazione che hanno subìto un abuso di utilizzo di contratti o rapporti di lavoro a tempo determinato: è quanto prevede una delle norme contenute nel decreto salva-infrazioni approvato dal consiglio dei ministri martedì.

Il provvedimento modifica l’articolo 36 del decreto legislativo n. 165 del 30 marzo 2001 – che ha determinato la procedura d’infrazione Ue n. 2014/4231 – e prevede che “nella specifica ipotesi di danno conseguente all’abuso per l’utilizzo di una successione di contratti o rapporti di lavoro a tempo determinato, fatta salva la facoltà per il lavoratore di provare il maggior danno, il giudice stabilisce un’indennità nella misura compresa tra un minimo di quattro e un massimo di ventiquattro mensilità dell’ultima retribuzione di riferimento per il calcolo del trattamento di fine rapporto, avuto riguardo alla gravità della violazione anche in rapporto al numero dei contratti in successione intervenuti tra le parti e alla durata complessiva del rapporto”.

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