Ad un mese dalle elezioni presidenziali in Tunisia, la distribuzione dell’ultimo numero della rivista mensile Jeune Afrique è stata vietata. Marwane Ben Yahmed, direttore di JA la cui redazione ha sede a Parigi, lo ha annunciato mercoledì sul sito dello storico mensile dedicato all’Africa francofona e al Maghreb. Secondo quanto riportato dalla stessa rivista, tra le ragioni che avrebbero bloccato la distribuzione c’è la lunga inchiesta dedicata all’operato del presidente Kaïs Saïed.

L’accusa mossa nei confronti dell’attuale capo di stato, in linea con quella che potrebbe essere definita come una svolta autoritaria, è quella di voler reprimere le voci dei dissidenti in vista delle elezioni. Il direttore del mensile ha inoltre fatto sapere di non aver ricevuto alcuna spiegazione ufficiale e di essere stato informato del sequestro alla dogana delle copie cartacee spedite dai soli distributori tunisini. Il numero 3140 del mensile, secondo quanto riporta Libération, è intitolato “L’iper-presidente” ed effettua una valutazione documentata e approfondita del mandato di Saïed ma anche del suo modo di governare, nonché della decisione di anticipare le elezioni per evitare di perdere il primato politico.

Jeune Afrique rende comunque disponibile il numero sul proprio sito. “Il nostro motto ‘il dovere di informare, la libertà di scrivere’, assume più significato ora più che mai” ha concluso l’editorialista. Sono passati anni dalla caduta del presidente Ali ma, nonostante Saïed sia stato eletto per voltare una pagina molto triste della storia tunisina, la verità è che in questi anni il paese ha fatto pochi progressi verso ciò che resta del sogno democratico. Tra le richieste dei giovani tunisini: più diritti e riforme economiche, maggiori rassicurazioni sulla libertà di espressione e il miglioramento delle infrastrutture e del sistema sanitario.

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