Il nuovo editore dell’Espresso, il gruppo Ludoil della famiglia Ammaturo, ha censurato un comunicato in cui l’assemblea dei giornalisti informava i lettori che il giornale in edicola oggi è stato realizzato mentre la redazione era in sciopero. E rappresenta quindi “un grave attacco ai diritti dei lavoratori tra cui quello di scioperare, sancito dalla Costituzione“. Il testo è rimasto online venerdì pomeriggio per circa un’ora, poi è stato rimosso: il link al comunicato rimanda ora alla homepage del sito, che non viene aggiornato da martedì, quando la redazione ha iniziato l’astensione dal lavoro. Che aveva proprio l’obiettivo di impedire l’uscita del numero del 6 settembre per rivendicare garanzie occupazionali e la presentazione di un piano editoriale scritto con le strategie per lo sviluppo della testata.

Ai giornalisti sono state tolte le credenziali di accesso al portale, su cui al momento risultano visibili solo il comunicato del 2 settembre con l’annuncio dello sciopero e la risposta del cda e del direttore Emilio Carelli che respingevano le – a loro dire – “infondate illazioni” della redazione.

“A quel punto ci siamo riuniti in assemblea e abbiamo inviato al cda e al direttore Carelli una lettera firmata dal cdr (la rappresentanza sindacale, ndr) in cui chiediamo formalmente che il comunicato sia pubblicato con urgenza ai sensi dell’articolo 34 del contratto nazionale di lavoro dei giornalisti”, spiegano dalla redazione. “È stato superato ogni limite. L’editore ha fatto uscire un prodotto editoriale realizzato senza il contributo dei giornalisti, quindi non si sa da chi. Poi ha impedito ai giornalisti di scrivere sulla loro testata quel che era successo e disconoscere quel prodotto. Si tratta di un attacco al diritto di sciopero e di un messaggio pericoloso per tutta la stampa“.

Il comunicato è ora pubblicato sul sito della Federazione nazionale della stampa italiana, il sindacato unitario dei giornalisti, che insieme all’associazione Stampa romana annuncia l’intenzione di affiancare i giornalisti “in tutte le loro rivendicazioni”. Lo riportiamo integralmente: “Gentili lettrici, gentili lettori, il giornale in edicola venerdì 6 settembre è stato ultimato mentre l’intera redazione giornalistica era in sciopero. Di conseguenza, la stessa redazione de L’Espresso non si riconosce nel prodotto editoriale pubblicato con queste modalità. Una scelta dell’editore che configura un grave attacco ai diritti dei lavoratori tra cui quello di scioperare, sancito dalla Costituzione. Le questioni poste all’azienda al momento della proclamazione dello sciopero non hanno ancora ricevuto risposta. Pertanto i giornalisti de L’Espresso rimangono in stato di agitazione“.

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