“Sono lusingata che la Rowling si sia scomodata per me… ma non ho nemmeno letto Harry Potter. Mi hanno raccontato che nel suo libro proprio lei parla di uno sport dove non c’è genere e quindi mi aspettavo un altro comportamento da parte sua”. Senza troppi giri di parole, Valentina Petrillo risponde alle polemiche mosse nei giorni precedenti dalla scrittrice JK Rowling. Qualificatasi per le semifinali dei 200 metri ai Giochi paralimpici di Parigi, la velocista della categoria femminile T12prima atleta transessuale della storia a partecipare alle Paralimpiadi e ipovedente da quando aveva 14 anni a causa della sindrome di Stargardt – non è voluta rimanere in silenzio dopo le accuse mosse dalla famosa scrittrice britannica.

Le accuse di JK Rowling
Dopo l’eliminazione dello scorso lunedì sera (2 settembre) nella semifinale dei 400 metri di atletica leggera categoria T12, JK Rowling aveva twittato su X: “Perché tutta questa rabbia per l’ispiratrice Petrillo? La comunità degli imbroglioni non ha mai avuto questo tipo di visibilità! Imbroglioni dichiarati e orgogliosi come la Petrillo dimostrano che è finita la loro era. Che modello! Io dico che restituiamo le medaglie a Lance Armstrong e andiamo avanti”. Petrillo, invece, per “sport senza genere nella saga di Harry Potter” fa riferimento al Quidditch, finzione letteraria in cui due squadre di sette giocatori – a cavallo di manici di scopa volante – devono fare più punti degli avversari o facendo passare la palla in determinati cerchi oppure cercando di catturare il boccino. La scrittrice, in riferimento a questa invenzione, aveva dichiarato che l’obiettivo fosse quello di creare una maggiore inclusione nel mondo di Harry Potter.

Il coming out di Petrillo
Petrillo ha iniziato il trattamento ormonale a gennaio del 2019 e può gareggiare perché rientra nei parametri dell’eleggibilità per atlete trans ‘he to she’ fissati nel regolamento della World Athletics: in 12 mesi continuativi una concentrazione certificata di testosterone inferiore a 5nmol/L. Il suo debutto nell’atletica femminile è stato l’11 settembre 2020. “La mia presenza (alle Olimpiadi, ndr) è un importante momento di riflessione per tutti, può essere d’aiuto anche sul fronte del linguaggio. Certe convenzioni fanno male alle nostre vite, come ad esempio usare il nome della nostra precedente vita (il dead name). C’è discriminazione dal punto di vista linguistico verso le persone trans e disabili” aveva dichiarato a Fanpage.it. Nel decalogo istituito nel 2022, il Cio al punto 5 parla di ‘principio di non presunzione di vantaggio‘: “Non puoi presumere che una persona abbia un vantaggio anche se è nata maschio“. Ora, a Parigi insegue il sogno della finale nei 200 metri.

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