L’abolizione dell’abuso d’ufficio? “Un favore ai raccomandati”. La paura della firma dei sindaci? “Una foglia di fico, la verità è che il potere non vuole essere controllato”. Le riforme della giustizia del governo di Giorgia Meloni? “Fatte senza tenere conto della realtà, in carcere ci vanno sempre i soliti noti: tossicodipendenti che delinquono a causa della loro tossicodipendenza e delinquenti abituali“. Le modifiche al reato di traffico d’influenza del ministro Carlo Nordio? “Servono a impedire che si possa dimostrare un reato come questo”. È un Nicola Gratteri a ruota libera quello che è intervenuto alla Festa del Fatto Quotidiano. Intervistato dai giornalisti Marco Lillo e Antonio Massari, il procuratore di Napoli è intervenuto su diversi argomenti: dalle riforme della Giustizia alle carceri.

“I tribunali andranno in tilt”- Il magistrato esperto d’indagine sulla ‘ndrangheta ha ricordato in via preliminare che “molte delle riforme di oggi sono figlie del cosiddetto governo dei migliori (cioè quello di Draghi ndr). All’epoca non ne faceva parte Fratelli d’Italia, che però ora è al governo. Quindi nessuno può dire: io non c’entro”. Per due volte poi Gratteri ha criticato alcuni suoi colleghi “importanti e autorevoli, dicevano che la riforma Cartabia era una buona riforma. Anche per questo motivo oggi la credibilità della magistratura è ai minimi termini. Io ho sempre detto che Draghi non capiva di giustizia e di sicurezza, ma la gente nascondeva la testa”. E’ dunque in continuità con quei provvedimenti che arrivano le riforme varate da questo esecutivo. “Si fanno le riforme senza tenere conto della realtà“, ha detto Gratteri, riferendosi alla norma che triplica il numero di giudici deputati a decidere sulle misure cautelari. “Ma c’è un problema pratico: siccome non si è avuto il coraggio di chiudere i piccoli tribunali, mediamente ci sono 7 giudici in media nei Palazzi di giustizia. Quindi tre si occupano dell’ordinanza cautelare, uno dell’udienza preliminare, ne restano due che però non bastano per fare un collegio e quindi celebrare un processo”.

“Paura della firma? Foglia di fico” – Il provvedimento è stato varato nello stesso pacchetto di norme con cui è stato abolito l’abuso d’ufficio. “Questo è un regalo ai raccomandati“, ha detto Gratteri, che poi ha citato le parole di Carlo Nordio su fatto che anche i sindaci del Pd spingessero per l’abolizione del reato. “E che vuol dire? – ha detto Gratteri – Hanno pure detto che i sindaci hanno paura della firma. Ma hanno paura di cosa? Cosa firma un sindaco? Nei comuni con più di 15mila abitanti c’è il segretario comunale, poi c’è il prefetto, il viceprefetto che ti può consigliare. Quindi la paura della firma è una foglia di fico: il potere non vuole essere controllato, vuole essere libero”. Il magistrato ha poi ricordato come il reato di abuso d’ufficio fosse già stato modificato nel recente passato: “Sono state abbassate le soglie di pena per evitare le intercettazioni. Quindi a furia di fare modifiche è stata resa impossibile la possibilità di dimostrare il reato”. Stessa opinione sulle modifiche appena varate al traffico d’influenza: “Questa modifica è stata fatta per impedire che si possa dimostrare il traffico d’influenze”, ha sostenuto il capo dell’ufficio inquirente partenopeo.

“Le intercettazioni fanno guadagnare denaro allo Stato” – Altro argomento è quello delle intercettazioni telefoniche. “Il ministro Nordio ha detto che costano 170 milioni l’anno – ha ricordato Gratteri – Noi a Napoli abbiamo sequestrato 280 milioni di Bitcoin, li abbiamo trasformati in euro: quando la sentenza sarà definitiva questi soldi potranno essere spesi. Quindi con una sola operazione ci siamo pagati un anno e mezzo d’intercettazioni”. L’ex procuratore capo di Catanzaro ha ricordato come “tutte le indagini fatte con le intercettazioni telefoniche portano un guadagno per lo Stato: pensate a tutte le indagini che portano a sequestro di beni di lusso, oro, orologi, pietre preziose. Beni che messi all’asta sarebbero tutti venduti subito”. Nordio, però, ha spesso assicurato che le intercettazioni per reati di mafia e terrorismo non saranno toccate: “Sì, ma cosa intende fare per le intercettazioni relative ai reati contro la pubblica amministrazione? Sono quelli della zona grigia, dei colletti bianchi, spesso paralleli agli affari delle mafie. Il ministro deve dirci cosa vuole fare per questi casi: potremo usare comunque il trojan e le intercettazioni?”.

La riforma di Gratteri: abolire quelle di Draghi e Meloni – Insomma, per Gratteri le riforme varate dal governo di Mario Draghi e quello di Giorgia Meloni continueranno a far finire in carcere “sempre i soliti noti: tossicodipendenti che delinquono a causa della loro tossicodipendenza e delinquenti abituali”. A proposito dei tossicodipendenti in carcere, il procuratore di Napoli ha spiegato come secondo lui “bisogna provare a disintossicare questi ragazzi, i detenuti che hanno commesso reati a causa della loro tossicodipendenza”. Il magistrato ha spiegato che oggi con il costo di un detenuto si pagano tre posti una comunità terapeutica: “Quindi facendo uscire un tossico dal carcere salviamo tre ragazzi e risolviamo il problema del sovraffollamento”. Sempre su questo fronte il magistrato ha lanciato un messaggio agli insegnanti: “Per un anno lasciate stare la giornata della legalità e portate i vostri ragazzi in una comunità terapeutica, è più importante. Io cerco di andarci una volta al mese: non vado a portare nessuno aiuto perché non posso portare nessun aiuto. Ci vado per me, per capire e fortificarmi”. Sempre sulle carceri, inoltre, Gratteri ha lanciato un allarme: la presenza dei telefonini tra detenuti, soprattutto mafiosi e narcotrafficanti. “Io per disinnescare questo problema avevo proposto di mettere un jammer nelle carceri e bloccare le comunicazioni. Ma mi è stato detto che non si poteva perché si bloccavano le telefonate della Polizia penitenziaria. Ma non è vero: la politizia penitenziaria non usa i telefonini in carcere, ha i telefoni fissi. Poi mi è stato detto che il jammer fa male alla salute quindi non si può usare: ma io da anni ne ho uno a venti centimetri dalla schiena, cosa dovrei fare?”. Ma se Gratteri potesse intervenire sulla legislazione, quali sono le tre riforme che varebbere subito? “Farei una sola legge, brevissima: tutte le riforme della Giustizia approvate dal governo dei migliori fino a oggi vanno abolite”.

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