“Con Maria Rosaria sono stato sposato un anno e ho perso soldi, tempo e salute. Forse a Sangiuliano è andata bene così”. Esiste anche un “mister Boccia”. Si chiama Marco Mignogna ed è un imprenditore dell’abbigliamento di Torre Annunziata trasferito in Molise che a causa di un errore di trascrizione del tribunale che lei non ha inteso correggere resta legalmente il marito della 41enne di Pompei, benché sia sia separato da lei nel 2010, dopo neppure un anno di matrimonio.
Non rivela i motivi della separazione, limitandosi a dire “mi dispiace per Sangiuliano, penso gli sia andata anche bene”. Le ha dovuto fare causa. “Capisco benissimo che Rosaria sia impegnata a organizzare Grandi Eventi e il G7 e non trovi il tempo di venire in tribunale a mettere una firma che chiuda l’incubo di questa donna che si trascina ormai da 14 anni”. Dell’affaire Boccia-Sangiuliano sembra non aver seguito tutti i dettagli ma dice “mi spiace per Sangiuliano anche perché io sono tendenzialmente di destra, non sa cosa lo aspetta”. Quanto alla su vicenda (“ero un ragazzo di trent’anni e ho impiegato qualche mese prima di capire…”) non rivela dettagli e rimanda al suo legale, l’avvocato Rosalba Cirillo.
Che spiega cosa è successo. “Le abbiamo dovuto fare causa. Un anno fa il mio assistito ha richiesto un certificato e dallo stato di famiglia risultava ancora sposato. Il divorzio in realtà c’è ma non può essere trascritto allo stato civile semplicemente perché il codice fiscale della signora nella sentenza di separazione del 2015 era sbagliato. Ci avremmo messo un secondo a correggere l’errore, ma lei non si è mai presentata al Tribunale di Nocera per ritirare le carte e procedere alla correzione, così come è avvenuto per il divorzio”. Ribadisce che “le motivazioni sono serie e gravi ma il mio cliente non vuole aprire quel capitolo e ha sempre rispettato la signora Boccia ma alla luce di quello che è emerso posso dire che ha fatto un’altra vittima”.