The room next door di Pedro Almodovar vince il Leone d’Oro del Festival di Venezia 2024. L’intera sala Grande del Lido di Venezia in piedi ad applaudire il 74enne regista spagnolo che dedica il premio alle sue attrici, Tilda Swinton e Julianne Moore (“loro sono state il miracolo del film”).
The room next door è un film di rara potenza sul tema dell’eutanasia e mostra la storia di una donna agonizzante (“in un mondo agonizzante”, spiega Almodovar emozionato) che si fa accompagnare da un’amica a morire quando non le rimane che solo il dolore. “È un diritto dell’essere umano potere scegliere di porre fine alla propria vita”, ha spiegato il regista spagnolo in un discorso politico ed etico che Venezia non ascoltava da tempo. “I governi ci devono dare la possibilità di scegliere e i fedeli di ogni religione di rispettare chi prende una decisione del genere”. Il ciclone colorato ed energico almodovariano è un gradino sopra il s orprendente Vermiglio di Maura Delpero che vince, appunto, e piuttosto inaspettatamente il Gran Premio della giuria/Leone d’Argento.
Il film della 48enne Delpero segue la quotidianità di un gruppo di contadini di un paesino alpino dove svetta la famiglia al femminile del maestro della scuola locale (Tommaso Ragno). “Senza fondi pubblici avrei tradito lo spirito di Vermiglio”, ha spiegato la regista travolta dalla sorpresa di un premio così grande per un film così piccino, riferendosi alla incombente legge sul cinema del governo Meloni. “Non avrei potuto usare il dialetto perché fa paura al botteghino e avrei dovuto scegliere attori commerciali e non facce vere come ho fatto”.
Leone d’Argento per la miglior regia va a Brady Corbet per The brutalist. Premio consolatorio e parziale, anche se l’impronta visionaria ed epica dello sguardo di Corbet è fenomenale, in quanto The brutalist è un film monumentale di tre ore e mezzo, in 70 millimetri, su un architetto ungherese (l’immenso Adrien Brody) scampato a Buchenwald e rinato a fatica negli Stati Uniti wasp e capitalisti degli anni cinquanta. Film che però, a quanto pare, sarebbe stato osteggiato da uno dei giurati, il regista James Gray.
Il Premio speciale della giuria va ad April della georgiana Dea Kulumbegashvili, film di rara fattura stilistica con protagonista una dottoressa che compie aborti clandestini nella Georgia odierna dove la pratica è vietata. Nelle caselle attori vincono Nicole Kidman nel discutibilissimo Babygirl (Kidman assente per l’improvvisa morte della madre) e Vincent Lindon per il discreto film francese Jouer avec le feu di Delphine e Muriel Coulin, su un padre vedovo, operaio, con un figlio che vira improvvisamente tra i naziskin del Metz.
“Una presidente francese che premia un attore francese è molto chic”, ha ironizzato l’attore di origini nobili, spesso a suo agio in ruoli proletari, scansando i tanti tic che ha quando non recita e riferendosi alla presidente della giuria, Isabelle Huppert. Sempre dalla Francia il premio Mastroianni per il miglior esordiente il 22enne Paul Kircher per Leurs enfants apres eux di Ludovic e Zoran Boukherma che truccato con mezzo occhio chiuso e mezzo toccato attraversa da adolescente inquieto gli anni novanta tra le città svuotate di vita e di operai minerari tra i Vosgi con straordinaria energia e simpatia.
Infine l’Osella alla miglior sceneggiatura va alla coppia brasiliana Murilo Hauser e Heitor Lorega per il I’m still here di Walter Salles basato sul rapimento dell’ingegner ed ex deputato laburista Rubens Paiva nel Brasile sotto dittatura militare del 1971. Il Festival di Venezia 2024, l’81esima edizione, con un presidente eletto – Pietrangelo Buttafuoco – dal governo Meloni, chiude con la vittoria di un film che sbandiera l’eutanasia ma anche una sintetica e incredibile lezione di storia del cinema. Del resto è stata la stessa Huppert a esordire con i suoi colleghi giurati sul palco affermando che “ho una buona notizia: il cinema è in ottimo stato”. Infine, ci si permetta un confronto, perché il Concorso è concorrenza per vincere premi: pensare che Corbet e The brutalist stiano un gradino più sotto di Vermiglio della Delpero francamente fa sorridere.
TUTTI I PREMI
Leone d’oro per il miglior film – The room next door di Pedro Almodovar
Gran premio della giuria Leone d’argento – Vermiglio di Maura Delpero
Leone d’argento per la miglior regia – The brutalist di Brady Corbet
Premio speciale della giuria – April di Dea Kulumbegashvili
Miglior sceneggiatura –Murilo Hauser e Heitor Lorega per I’m still here di Walter Salles
Coppa Volpi per la miglior interpretazione femminile Nicole Kidman per Babygirl di Halina Reijn
Coppa Volpi per la miglior interpretazione maschile Vincent Lindon per Jouer avec le feu di Delphine e Muriel Coulin
Premio Marcello Mastroianni (attore emergente) – Paul Kircher per Leurs enfants apres eux di Ludovic e Zoran Boukherma