Il giudice per le indagini preliminari di Milano, Lorenza Pasquinelli, ha convalidato il fermo e disposto il carcere per Andrea Beretta, il capo ultrà dell’Inter che mercoledì scorso ha ucciso Antonio Bellocco anche lui esponente della curva Nord ed erede della ‘ndrina di Rosano. Le accuse sono omicidio aggravato, perché Beretta era sottoposto alla misura della sorveglianza speciale, e detenzione illegale di arma da fuoco. Per il giudice il carcere è la sola misura idonea dati i gravi indizi di colpevolezza e la gravità del fatto e per consentire alle indagini di chiarire il contesto della vicenda e il movente ancora tutti da accertare.
Beretta ieri si era avvalso della facoltà di non rispondere. Anche davanti ai pm di Milano Storari e Ombra Beretta, ferito in modo lieve ad una gamba da un colpo di pistola, si era avvalso, ma aveva reso dichiarazioni spontanee, parlando, in sostanza, di una reazione all’aggressione di Bellocco che l’aveva minacciato e disarmato e raccontando anche che l’esponente della cosca voleva parte degli “utili” di un negozio di merchandising a Pioltello, nel Milanese.
Come emerge dalle indagini dei i militari dell’Arma Berettam che aveva preso il posto di Vittorio Boiocchi, ammazzato nell’ottobre 2022, al vertice della curva, era a conoscenza del fatto che il clan Bellocco lo volesse eliminare. Stando alle dichiarazioni rese ai pm il capo ultrà avrebbe detto che dentro la macchina dell’esponente della ‘ndrangheta, dopo le sue prima parole, Bellocco gli avrebbe risposto “sì ammazziamo te e tutta la tua famiglia” e lui avrebbe replicato: “Figlio di p…., io non ho paura di te”.
Da qui, la lite sarebbe degenerata: Beretta avrebbe tirato fuori la pistola e sarebbe partita la colluttazione che ha portato al ferimento del capo ultras, disarmato, secondo la sua versione, dall’ex amico e rivale. Quindi l’omicidio di Bellocco con diverse coltellate. Sul corpo del 36enne, il leader della Nord ha infierito con quasi una decina di coltellate, anche rientrando nella macchina, dopo essere caduto fuori, fino a quando è stato tirato via da due testimoni, mentre era ancora nell’abitacolo.
Tra i motivi di contrasto la gestione degli affari illeciti della curva e – come anticipato dal Fatto Quotidiano negli scorsi giorni – la volontà di Bellocco di avere parte degli utili di un negozio di merchandising della curva stessa, gestito da Beretta che da giorni, sentendosi minacciato, girava armato di coltello e della pistola, oltre a spostarsi di continuo e dormendo sempre in un luogo diverso.