Quando e con quale velocità si abbasseranno i tassi di interesse? E’ una domanda che mi viene posta con frequenza da cittadini e imprenditori.

Cerchiamo di fare un ragionamento.

Oggi le banche centrali, come la Banca Centrale Europea (Bce) e la Federal Reserve (Fed) negli Stati Uniti, si trovano in una situazione complicata. Devono prendere decisioni difficili su come gestire la politica dei tassi per curare l’inflazione. L’inflazione è leggermente sopra il 2%, un valore che generalmente le banche centrali considerano accettabile, ma c’è il rischio che possa salire di nuovo se non si agisce con attenzione.

Di fronte a questo scenario, le banche centrali hanno iniziato o stanno per iniziare a riportare i tassi di interesse, e quindi il costo del denaro, a livelli normali: il livello considerato “neutrale”, cioè né troppo alto né troppo basso e il 2-2,5%. Il tasso di riferimento Bce attualmente è del 4,25%, mentre quello della Fed è del 5,5%. Il problema per le banche centrali ora è capire quanto velocemente ridurre questi tassi di interesse.

A tal proposito, immaginiamo che l’inflazione sia come un fuoco acceso nel caminetto di casa nostra. Le banche centrali, che sono come i “pompieri” dell’economia, hanno il compito di assicurarsi che questo fuoco non diventi troppo grande (inflazione alta) né troppo piccolo (inflazione troppo bassa), ma che rimanga a una dimensione controllabile, che scalda la casa senza bruciarla. Ora, i tassi di interesse sono come l’acqua che questi pompieri possono usare per spegnere il fuoco. Quando il fuoco è troppo grande, cioè quando l’inflazione è alta, i pompieri (banche centrali) gettano molta acqua (alzano i tassi di interesse) per farlo tornare sotto controllo. Ma se usano troppa acqua troppo in fretta, rischiano di spegnere troppo il fuoco, lasciando la casa fredda, il che non va bene perché l’inflazione troppo bassa può essere dannosa per l’economia.

Il problema è capire quanto velocemente gettare l’acqua, cioè quanto velocemente abbassare i tassi di interesse dopo averli alzati. Se i pompieri dichiarano troppo presto che il fuoco è spento e smettono di gettare acqua, c’è il rischio che il fuoco riprenda a crescere, e l’inflazione potrebbe tornare a livelli preoccupanti.

Uno studio del Fmi ha mostrato che se i pompieri smettono di buttare acqua troppo presto, pensando che il fuoco sia sotto controllo, il fuoco potrebbe riprendere forza. Questo significa che se le banche centrali non sono abbastanza decise e costanti nel loro approccio, i prezzi (l’inflazione) potrebbero continuare a salire.

C’è anche il rischio, però, di ripetere errori del passato. In passato, si pensava che il fuoco (l’inflazione) fosse solo temporaneo e che si sarebbe spento da solo, ma invece continuava a bruciare. Oggi le banche centrali potrebbero credere che l’inflazione rimarrà alta, solo per scoprire più tardi che i prezzi stanno rallentando troppo mentre i tassi di interesse sono ancora troppo alti, come se i pompieri avessero finito l’acqua troppo presto e il fuoco stesse spegnendosi troppo.

In sintesi, le banche centrali devono stare molto attente a non abbassare i tassi di interesse troppo velocemente, altrimenti rischiano di non controllare bene l’inflazione e di ripetere errori che hanno già fatto in passato. Le ricerche mostrano che è meglio avere un’inflazione bassa piuttosto che alta. Un’inflazione bassa tende a stabilizzarsi, mentre un’inflazione alta può diventare difficile da controllare.

Per ora, quindi, potrebbe essere meglio aspettare e vedere cosa succede. Anche perché la disoccupazione è molto bassa in Europa, un segnale che conferma che l’economia potrebbe sopportare un lento ritorno a tassi di interesse più normali, senza rischiare troppo.

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