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Achille Costacurta rivela: “Sono stato rinchiuso un anno e sette mesi in un centro penale. La mia testa è un po’ matta, tanti ricordi traumatici li ho rimossi”

Dopo le polemiche per le foto di una strana polvere rosa in un bustina e per gli attacchi alla madre, il giovane ha deciso di aprirsi senza riserve ai suoi follower durante una diretta su TikTok

Achille Costacurta, figlio di Martina Colombari e Billy Costacurta, rompe il silenzio e torna sui social per parlare a cuore aperto pubblicamente. Dopo le polemiche per le foto di una strana polvere rosa in un bustina e per gli attacchi alla madre, il giovane ha deciso di aprirsi senza riserve ai suoi follower durante una diretta su TikTok, rivelando esperienze difficili e il desiderio di riprendere in mano la sua vita. Il 19enne, spesso sotto i riflettori, ha parlato del suo passato e delle sfide che ha affrontato, senza nascondere i suoi errori ma con la consapevolezza di voler migliorare. “Faccio errori come tutti, ma sono un bravo ragazzo,” ha esordito, chiarendo fin da subito il suo desiderio di essere trasparente e sincero.

Achille ha quindi raccontato di aver lavorato in diversi contesti, dimostrando di non aver mai smesso di cercare la sua strada: “Nella vita ho fatto tante cose, ho fritto in un bar, poi ho lavorato in ufficio. Ora mi sono fermato per pensare“, ha spiegato. Il giovane ha rivelato di voler tornare a studiare, con un obiettivo chiaro: “Il 3 ho un’udienza, poi vado a riscrivermi al liceo. Mi presenterò all’esame senza dover frequentare la scuola”. Un proposito che dimostra la sua determinazione a costruirsi un futuro, nonostante il passato complicato.

Achille ha poi svelato uno degli aspetti più duri del suo percorso: un anno e sette mesi trascorsi in un centro penale a Parma. “Eravamo ragazzi di tutte le età, in camere da quattro ed eravamo in trenta“, ha raccontato, aggiungendo dettagli sulle dure condizioni del centro. “Loro dal Sert prendevano 160 euro a persona e a noi davano massimo un cucchiaino di parmigiano a pranzo e uno a cena. Il ketchup e la maionese solo il sabato e la domenica, le bibite solo nei festivi”. Achille ha raccontato anche di aver lavorato in cucina e nell’orto, ma di aver perso la possibilità di utilizzare il trattore per averlo usato di notte senza permesso.

Nonostante le difficoltà, Achille riconosce il valore di questa esperienza nella sua crescita personale: “Sbagliando si impara, e per fortuna l’ho capito adesso, meglio ora che a 50 anni“, ha ammesso. Pur essendo stata un’esperienza traumatica, il giovane si dimostra pronto a voltare pagina, pur ammettendo le difficoltà nel mantenere il controllo della propria vita: “La comunità? Ne parlerò nel mio libro, tanti ricordi traumatici li ho rimossi. Però questa esperienza dura mi è servita, ma la mia testa è un po’ matta e ogni tanto ci ricasco”. Achille Costacurta ha chiuso poi la sua confessione con un senso di speranza e determinazione: “Per ora è sabato e devo chiamare l’avvocato”, ha detto, consapevole dei prossimi passi da compiere.