“Genny non mi ha ancora chiesto scusa e continua a minacciare una denuncia. Le denunce non si minacciano, si fanno, e queste continue minacce hanno il sapore di un’estorsione“. Maria Rosaria Boccia lancia una nuova provocazione via Instagram a Gennaro Sangiuliano, suo ex amante costretto a dimettersi da ministro della Cultura per aver tentato di nominarla consulente (e nel frattempo averla portata con sè in vari eventi istituzionali in giro per l’Italia). Il riferimento all’estorsione suona come una beffa, essendo lo stesso reato per cui Sangiuliano ha annunciato di volerla denunciare a causa delle sue rivelazioni via social. L’influencer campana, poi, si scaglia contro l’ex ministro per il suo annuncio di voler tornare al lavoro di giornalista in Rai: “Mi chiedo: una persona che si è dimessa da ministro e che ha detto tante bugie può tornare a lavorare nel servizio pubblico televisivo? Può chi manipola la verità lavorare per la tv di Stato, per di più in ruoli di comando?”. E conclude con un post scriptum al veleno rivolto direttamente a “Genny”: “Hai fame di verità o di soldi?”.
Nel frattempo viene a galla un retroscena sulle mosse di Sangiuliano nelle ultime ore in carica. Subito prima di dimettersi, scrivono Repubblica e Stampa, l’ex direttore del Tg2 ha insistito per nominare i membri delle commissioni della Direzione generale Cinema, che si occupano – tra l’altro – di selezionare i film da finanziare con contributi pubblici, amministrando un budget da cinquanta milioni di euro. Per decisione di Sangiuliano, per la prima volta i commissari verranno pagati: 15mila euro l’anno ciascuno. Tra i 18 nominati ci sono vari nomi “d’area”, tra cui l’editorialista di Libero Francesco Specchia, amico personale di Sangiuliano, e Stefano Zecchi, filosofo e scrittore, collaboratore del Giornale e assessore nelle giunte di centrodestra a Venezia e a Milano. Repubblica cita anche Manuela Maccaroni, da un anno presidente dell’Osservatorio per la parità di genere del Mic, vecchia amica di Sangiuliano e invisa a Boccia.