“Se vuoi ti posso mandare un file che nessuno ha, neanche in Finanza, ove ci sono le 500 imprese italiane rette dai russi ci sarebbe da fare un lavorone ma io non riesco”. Così scriveva il luogotenente Pasquale Striano, accusato dalla Procura di Perugia che ne aveva chiesto l’arresto di accesso abusivo ai sistemi informatici e rivelazione di segreto, al funzionario dei Servizi finito anche egli nell’indagine per le stesse accuse. Il messaggio, che risale al 17 marzo del 2022, è citato nella richiesta di misura cautelare avanzata dai pm umbri. Al messaggio di Striano, il funzionario degli 007 risponde: “Magari“. Lo 007 indagato non ha incarichi operativi all’interno dell’Aise – l’Agenzia per la sicurezza esterna – e non li ha avuti neanche in passato.

“Sono tutt’ora in corso approfondimenti investigativi su più fronti volti a comprendere se Striano abbia agito per conto di uno o più soggetti”, scrivono i pm. I due paragrafi della lunga richiesta di arresto firmata dal procuratore Raffaele Cantone (nella foto) sono collegati e seguono l’uno all’altro: numerati 13 e 14. E basterebbero i titoli per spiegare come l’articolata inchiesta su manager politici e vip spiati sia tutt’altro che conclusa. Il primo recita: “I collegamenti di Striano con il Vaticano”. Il secondo: “Possibili rapporti con i sistemi di sicurezza (i Servizi ndr)”.

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