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Liguria, Rixi scende in campo: “Mi candido se me lo chiede Meloni”. Derby con Cavo (spinta da FdI e Toti): lunedì il vertice di coalizione

A parole si era tirato subito fuori dai giochi, giurando di voler restare al governo. Ma da qualche giorno, seminando un indizio dopo l’altro, il viceministro alle Infrastrutture Edoardo Rixi si è iscritto di fatto alla corsa per la presidenza della Liguria. E sabato, a un evento di Fratelli d’Italia nello Spezzino, ha detto per la prima volta di essere disposto a candidarsi se glielo chiederà la premier Giorgia Meloni: “Se faccio parte di una squadra io posso fare le mie valutazioni, poi decide il mister chi gioca terzino o a centrocampo”. Così la scelta del frontman del centrodestra alle Regionali del 27 e 28 ottobre si è ormai ridotta a un derby tra due genovesi: il peso massimo della Lega, numero due del segretario Matteo Salvini, e Ilaria Cavo, deputata di Noi moderati e creatura politica di Giovanni Toti, il governatore uscente imputato per corruzione (che si è dimesso il 26 luglio dopo quasi tre mesi ai domiciliari). Il nome dovrebbe uscire lunedì pomeriggio da un vertice romano in cui Salvini, Meloni e il leader di Forza Italia Antonio Tajani analizzeranno gli esiti di un sondaggio commissionato da Fratelli d’Italia su entrambi i profili. Le indiscrezioni sul contenuto, però, dicono che il risultato è interpretabile: Rixi è più conosciuto, ma Cavo avrebbe più possibilità di vittoria contro Andrea Orlando, l’ex ministro candidato del campo largo Pd-Movimento 5 stelle-sinistra. A maggior ragione, quindi, il verdetto dipenderà dagli equilibri politici e in particolare da chi vincerà il braccio di ferro in corso all’interno della coalizione: meloniani e totiani da una parte, leghisti dall’altra.

La candidatura di Cavo, infatti, è stata lanciata già a fine luglio da Fratelli d’Italia col segretario regionale, il deputato Matteo Rosso. Trovando immediatamente l’assenso di Toti, che vuole un nome a lui riferibile per impostare la campagna elettorale come un referendum sulla sua amministrazione (e sull’inchiesta della Procura di Genova). Una vittoria dell’ex volto Mediaset, peraltro, libererebbe il seggio alla Camera assegnato da un collegio uninominale spettante a Noi Moderati, in cui potrebbe correre l’ex governatore. Nelle ultime settimane, però, la corsa della deputata è stata azzoppata proprio da Rixi, che ha sollevato un tema di opportunità legato al suo coinvolgimento nell’indagine, in cui è ritenuta dai pm la beneficiaria di pacchetti di voti chiesti ai referenti della comunità siciliana del quartiere genovese di Certosa. L’uscita ha scatenato le ire del governatore, che in un messaggio privato ha accusato gli alleati di voler usare il processo come arma per imporre “veti a prescindere“, secondo una logica “giustizialista, debole e perdente“, minacciando addirittura di ritirarsi dall’impegno in prima persona nella futura campagna.

Non solo: il viceministro leghista – spalleggiato dal sindaco di Imperia Claudio Scajola – ha pure detto che il candidato non deve venire dalla giunta uscente ma “nascere dalla condivisione del territorio”. E Cavo, prima di essere eletta a Roma, ha fatto parte di entrambe le giunte Toti. Così domenica, in un’intervista al Corriere, il governatore sotto processo ha lanciato un messaggio chiaro: “Spero che nessuno pensi di ereditare i successi straordinari delle amministrazioni Toti mettendo in un angolo la classe dirigente cresciuta in quella esperienza”. E ha spinto ancora la sua delfina: “Bisogna che si presenti la persona che ha la maggiore fiducia dei cittadini, i sondaggi dicono che è Ilaria Cavo”.

La sensazione però è che Rixi abbia preparato il terreno in silenzio, puntando a farsi “pregare” di scendere in campo, in modo da guadagnare un credito per la Lega in vista di futuri appuntamenti elettorali (in primis le Regionali in Veneto del prossimo anno). Ma perché questo sgarbo a Toti? Da un lato c’è chi dice che il viceministro si sia legato al dito l’esperienza del 2015, quando, da candidato in pectore, fu costretto a mollare la corsa in favore dell’allora delfino di Berlusconi. Dall’altro, il Carroccio ha bisogno di ritrovare centralità in Liguria per arginare una fuga di massa dei suoi eletti verso Fratelli d’Italia: hanno già traslocato il presidente del Consiglio regionale Gianmarco Medusei e il consigliere regionale Brunello Brunetto. Sulla possibile candidatura di Rixi si è espresso anche Orlando: “Politicizza la competizione e fa prevalere la parte più estrema della coalizione”, ha detto. “Mi aspetto una campagna nella quale i toni rischiano di essere basati su manipolazioni e su elementi di distorsione della realtà”.