Alberto Barbera: 8. Oramai in veste papale sullo scranno di direttore artistico (dal 2011 ad oggi, dal 1998 al 2002) attira star e produzioni importanti di Hollywood (e non solo) come fosse miele per orsi. Allargata oramai senza limiti l’attenzione alle serie (voto 7,5), curata con attento e brillante scrupolo la sezione Orizzonti (7,5), organizzate al millimetro le giornate per avere quotidianamente almeno una star grossa e un titolo di richiamo, manca solo l’ascesa alla volta celeste. La pietra del sepolcro, del resto, l’ha già spostata un anno fa facendosi riconfermare dal governo non amico. Tolto lui, comunque, non ci sarebbero alternative.
La truppa di cinque film italiani in Concorso: 5 meno meno meno. Diva futura, Campo di Battaglia, Iddu, Vermiglio, Queer. Escludendo Guadagnino che ha trovato una sua voce col tempo, e Amelio che ce l’ha di gran valore ma che ogni tanto la perde per strada, il cinema italiano mostra ancora una volta una terrificante assenza di visionarietà e originalità espressiva. Troppe le scuole di scrittura nel nostro paese, troppe. Bisogna cominciare a selezionare progetti non tanto per i temi trattati quanto per il talento visivo e stilistico di chi gira. Altrimenti ci ritroviamo con dei bozzetti abbozzati di ogni risma: dal verismo artefatto di Vermiglio al caos di tono in Iddu, fino alla ricostruzione storica pop pronta per le piattaforme (Diva futura). Meno politica da imporre come messaggi e più spregiudicatezza creativa da guardare. Grazie