I giurati che promuovono i film prodotti nel proprio paese: 4. Abbiamo fatto parte di diverse giurie nel corso del tempo e se c’è un atteggiamento stucchevole e vano è promuovere un film solo perché prodotto dal proprio paese. Il palmares del festival di quest’anno ha due premi a due attori francesi che nemmeno ai Cesar della mutua (bonjour Isabelle), un’elevazione imbarazzante di un film italiano a storico capolavoro davanti a tre quarti di Concorso (buongiorno Peppuccio) e un premio alla sceneggiatura per un film tratto da un fatto di cronaca storica (sic) (obrigado Kleber Mendonca Filho). Ma il povero regista mauritano Abderrahmane Sissako non si sarà sentito in imbarazzo?
Sveva Alviti (e alle presentatrici e presentatori di cerimonie inaugurali e finali del Festival): 3. Ma perché per dire chi ha vinto l’Osella per la sceneggiatura ci mettete la stessa pomposa enfasi e lo stesso fiatone emozionato come se foste Gassman o Benigni che leggono Dante? C’è una precisa direttiva ministeriale della Biennale a tal proposito? Qualcuna/o di un pochino più spontaneo e disinvolto non esiste in Italia? Geppi Cucciari era impegnata?