Il lago di Cavazzo è rimasto a lungo un luogo incantato. Lo chiamano dei Tre Comuni perché tocca Bordano, Trasaghis e Cavazzo Carnico, tutti in provincia di Udine: alimentato da diversi piccoli corsi, si tratta del bacino naturale più esteso del Friuli Venezia Giulia. Uno specchio d’acqua che “bagna con le sue acque turchesi le boscose pendici dei monti San Simeone, Festa e Naruvint” si legge sul portale Turismo Friuli Venezia Giulia. Ma dagli anni Cinquanta proprio qui si sono realizzate la centrale idroelettrica di Somplago, sono stati installati i tralicci degli elettrodotti che attraversano la valle, è stato eretto il viadotto dell’autostrada A23 e poi ancora si sono aggiunti l’oleodotto e la relativa stazione di pompaggio. A queste opere potrebbe aggiungersi la conduttura quasi interamente sotterranea, progettata dal Consorzio di Bonifica Pianura Friulana, che raccoglierà le acque di scarico del lago per immetterle nella rete di di canali che derivano le loro acque dai fiumi Ledra e Tagliamento (il cosiddetto sistema derivatorio).
“Basta violentare il lago, la sua valle, la sua gente!” ha scritto in un appello il Comitato tutela acque bacino montano del Tagliamento che da anni cerca di difendere la naturalità e fruibilità del lago insieme al Comitato Difesa e valorizzazione del Lago di Cavazzo. Per loro la realizzazione della conduttura non potrà che peggiorare le condizioni dello specchio d’acqua. Il lago era pescoso e balneabile. Le sue acque contribuivano a mitigare le temperature della vallata nella quale si coltivavano ciliegie e pesche, uva e fichi. Insomma, l’economia era basata su pesca ed agricoltura”. A raccontare a ilfattoquotidiano.it lo stravolgimento del lago e del territori circostanti è l’ex sindaco di Cavazzo Carnico che ore è presidente del Comitato tutela acque bacino montano, Francesco Barazzutti. L’immissione nel lago di notevoli quantità di acqua fredda, da parte della centrale idroelettrica di Somplago, racconta, ha già “ridotto drasticamente la quantità di trote, carpe e tinche e ha reso sostanzialmente non balneabile le sue acque, fangose sui fondali e limose in superficie”.
Uno studio specialistico commissionato dalla Regione per approfondire le interazioni tra la centrale idroelettrica e il lago (e a definire eventuali azioni di mitigazione) ha rilevato “nelle condizioni del lago un netto cambiamento che coinvolge la temperatura dell’acqua, le specie ittiofaunistiche e la pescosità, la vegetazione ripariale, la fruibilità ricreativa e turistica, la torbidità e il livello”. Rilievi che confermano i risultati delle ricerche effettuate nel 2018 dall’Istituto di Scienze marine del Cnr di Bologna che hanno evidenziato che “la riduzione della temperatura unita all’apporto periodico di sedimenti estranei al bacino lacustre, provoca una sorta di sterilizzazione del fondo. Abbassa i livelli di ossigeno normale e crea livelli privi di ossigeno e quindi senza la possibilità per la vita di proliferare sul fondo del lago”.
Il Friuli Venezia Giulia va a tutta velocità sul progetto della nuova condotta: è stato presentato a febbraio, è stato chiesto e ottenuto un finanziamento ministeriale di 105 milioni di euro, l’autorizzazione della Regione potrebbe completarsi in 9 mesi, dice l’assessore regionale all’ambiente Fabio Scoccimarro. “Un’opera di fondamentale importanza – spiega – per assicurare, nei mesi estivi, l’irrigazione dei campi e per garantire l’approvvigionamento di acqua potabile ad un bacino di 46 comuni e 170mila abitanti”. Secondo Scoccimarro la condotta non altererà “l’equilibrio idrico dello specchio d’acqua”. La pensa diversamente il Comitato tutela acque bacino montano del Tagliamento per il quale “i governanti regionali, pur di tutelare solo gli interessi del Consorzio di bonifica della pianura friulana e del gestore lombardo A2a della centrale idroelettrica di Somplago, si rifiutano di ripristinare la naturalità e fruibilità del lago, come prevede il piano regionale di tutela delle acque, mediante la realizzazione di uno dei tre bypass del lago proposti dagli esperti nominati dai tre comuni rivieraschi”.
Il piano di tutela delle acque del 2018, infatti, prevede che insieme al progetto del Consorzio di bonifica, sia valutata la fattibilità di un canale di by-pass o un’altra soluzione progettuale, che “mitighi l’impatto dello scarico della centrale” con lo scopo di “recuperare le condizioni di naturalità del lago e di garantirne la fruibilità turistica”. Ma la Regione nell’assestamento di bilancio della fine di luglio ha bocciato gli emendamenti dei consiglieri di opposizione di Open Sinistra FVG e Alleanza Verdi e Sinistra. “Il lago è un patrimonio da difendere – ha dichiarato nei giorni scorsi il consigliere regionale Furio Honsell – La responsabilità nei confronti delle generazioni future di questa classe di politici al governo guidata da Fedriga, sarà molto grave se, con tutta la disponibilità economica di cui hanno beneficiato, prevedibile anche nei prossimi assestamenti autunnali, non farà nulla di coraggioso. Non si può continuare a piegarsi agli interessi di corta prospettiva delle grandi aziende dell’idroelettrico, delle multinazionali degli idrocarburi, delle aziende agricole idrovore a scapito del nostro patrimonio naturale. Faremo nei prossimi assestamenti altri emendamenti coraggiosi per studiare la fattibilità del bypass”.