Suona la campanella: ecco un vademecum per riprendere le attività scolastiche in maniera responsabile
Non c’è dubbio che per bambini e adolescenti ancora non troppo cresciuti il momento del ritorno a scuola rappresenti un’occasione di acquisti piacevolissimi: la scelta dello zaino, del diario, matite e pennarelli. Tuttavia, per evitare ulteriori rifiuti e inquinamento da materiale scolastico la regola delle tre r – ridurre riutilizzare, riciclare – si rivela anche su questo fronte preziosa. In effetti, è quasi certo che in casa ci siano quaderni parzialmente usati, materiale scolastico vario inutilizzato, zaini che possono tornare a nuova vita con un bel lavaggio. Ancora prima dunque di acquistare articoli fatti di materiale ecologico, il riutilizzo è la scelta più sostenibile in assoluto. Regola che vale anche e soprattutto per i libri di scuola: si rischia di fare qualche lunga fila nelle librerie che vendono libri usati, ma il portafoglio e il pianeta ci guadagnano.
Quaderni certificati e pennarelli atossici – Se poi il materiale realmente manca, si possono acquistare quaderni, matite e zaini e carta fatti con materiali riciclati o sostenibili. Blocchi e quaderni di carta dovrebbero avere la certificazione PEFC o FSC, che assicura che i materiali provengano da foreste gestite secondo criteri di sostenibilità. Quanto ai pennarelli, ormai non è difficile trovarli ecologici, riciclati e con inchiostri a base d’acqua e non tossici. Se vi servono pastelli a cera, ne esistono a base di cera di soia biodegradabili. Altro elemento inquinante sono le penne in plastica usa e getta: anche qui, in commercio ci sono fatto con plastica riciclata e con cartuccia sostituibile. Non seguire le sirene della pubblicità è complicato, ma per lo zaino, ad esempio, sarebbe meglio optare per un modello che duri negli anni, evitando quindi quelli con un personaggio che piace al momento ma l’anno dopo non più. Esistono zaini realizzati in tessuti biologici e naturali, come cotone e canapa. Importante anche che, per durare nel tempo, siano resistenti.
A piedi a scuola. Ma davvero – Un’altra scelta fondamentale per un rientro a scuola sostenibile è senz’altro il modo in cui si va a scuola. Non sempre è possibile, tuttavia si può prendere in considerazione l’idea di fare un tratto in più a piedi, prendere i mezzi, usare la bicicletta. I genitori di bambini piccoli che abitano nello stesso quartiere possono prendere in considerazione l’idea del “Piedibus” o “Pedibus”, una carovana di bambini con giubbotto catarifrangente che vanno a scuola accompagnati da due adulti, un “autista” davanti e un “controllore” che chiude la fila. In generale, dormire un quarto d’ora di meno e muoversi un po’ prima di arrivare a scuola è senz’altro una scelta ecologica (e di benessere). Se si porta il pranzo a scuola, meglio evitare sacchetti e contenitori monouso, optare per alimenti a base vegetale acquistati da aziende o artigiani locali. Lo stesso vale, ovviamente, per la merenda. Quasi inutile ripetere che occorrerebbe sempre portare con sé la borraccia, anche se richiede una qualche accortezza nella pulizia (almeno settimanale) per evitare la proliferazione di germi e batteri (si può anche acquistare un modello che vada in lavastoviglie).
Parcheggi per le bici, spazi verdi e erogatori d’acqua: tutto ciò che si può chiedere alle scuole (e ai comuni) – Tutte queste scelte sono legate all’individuo e non sono complesse da mettere in campo. Molto più difficile, invece, avere una scuola, cioè un istituto, davvero ecologico: spazi più vivibili, climaticamente piacevoli, con raccoglitori per la differenziata, pannelli fotovoltaici, ma anche spazi aperti e verdi, impianti sportivi, biblioteche, aule-laboratorio sperimentali, erogatori di acqua, rastrelliere per biciclette, parcheggi per monopattini, magari un orto scolastico, mensa con un menu equilibrato, a base vegetale e magari biologico. Non solo: anche l’esterno della scuola dovrebbe essere all’insegna della sostenibilità, con panchine, piste ciclabli, strade chiuse al traffico. Per molti studenti, molti o tutti questi elementi rappresentano ancora un’utopia. Cosa fare? Senza dubbi, sia i rappresentanti scolastici che i collettivi degli studenti possono esigere con determinazione che almeno alcuni di questi aspetti vengano messi in campo dalla propria scuola. Protestare in maniera determinata e continuativa è sempre importante, così come è importante che i genitori di bambini più piccoli controllino la qualità del cibo che viene somministrato e esigano un menu equilibrato. Su altri fronti su cui la scuola non riesce ad arrivare per mancanza di fondi, si può organizzare una colletta o un crowdfunding. Infine, per quanto riguarda le strade scolastiche, ovvero una strada chiusa del tutto al traffico in prossimità di una scuola occorre rivolgersi ai comuni. Il provvedimento di chiusura può essere adottato dall’assessore alla mobilità o dal sindaco e viene attuato in collaborazione con la polizia locale. Il modo migliore per iniziare è quello di una sperimentazione di alcune settimane, per capire come attuare al meglio questa soluzione e mettere d’accordo tutti.