Di Teachers For Future

Le nuove Linee Guida per l’Educazione Civica, anticipate il 7 agosto da una nota ministeriale, ci pongono di fronte a un interrogativo inquietante: qual è il vero intento dietro questi “nuovi contenuti”? Il documento, che dovrebbe gettare le basi per la formazione di cittadini consapevoli, sembra invece minare uno dei pilastri fondamentali della legge sull’Educazione Civica: l’ambiente e la sostenibilità. Questi temi cruciali, centrali nel discorso contemporaneo sulla giustizia climatica e sociale, vengono relegati in secondo piano, soffocati da una visione che continua a perpetuare modelli insostenibili e logiche di mercato.

Noi, Teachers for Future Italia, leggiamo in questa scelta una pericolosa disconnessione tra la retorica e la realtà. Non basta sbandierare la sostenibilità come principio astratto; occorre un impegno concreto che attraversi tutti i livelli del sistema educativo. Eppure, osserviamo con crescente preoccupazione un silenzio assordante sui temi ambientali, a favore di argomenti che sembrano voler limitare e rallentare la transizione ecologica.

Il parere unanime del Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione (CSPI), che ha rifiutato di approvare queste linee guida, evidenzia le “numerose e rilevanti criticità” che minacciano il cuore stesso dell’educazione civica e ambientale. Il richiamo del CSPI è un’ulteriore occasione per riflettere sulla necessità di un cambio di rotta, pena il rischio di tradire le nuove generazioni, già esposte agli effetti devastanti della crisi climatica.

Per questo motivo, come Teachers for Future, abbiamo deciso di stendere una nostra Guida alle Nuove Linee Guida, che si configura come tentativo di colmare le gravi criticità emerse.

Ecco alcuni esempi tratti dalla nostra guida:

A come… educazione alimentare

La tanto celebrata dieta mediterranea sta scomparendo, sostituita da modelli alimentari che ignorano le radici culturali e ambientali del nostro paese. Parliamo di sovranità alimentare, ma la realtà racconta di un’agricoltura intensiva che esaurisce il suolo e compromette il futuro.

C come… cultura d’impresa

Il mito dell’impresa come motore di progresso continua a nascondere le sue ombre: l’inseguimento del profitto a scapito delle persone e dell’ambiente. Finché non si abbandonerà questa logica predatoria, non ci sarà sostenibilità possibile.

D come… educazione digitale

Seppur apprezziamo l’attenzione del ministero verso l’alfabetizzazione digitale, è necessario domandarsi: quale tipo di cittadino digitale vogliamo formare? Un consumatore passivo o un individuo critico e consapevole?

E come… educazione stradale

Rivisitare il codice della strada in chiave automobilistica non farà che aggravare l’emergenza climatica. Perché non parlare invece di mobilità sostenibile e di città a misura d’uomo, dove muoversi a piedi o in bicicletta diventi la norma?

F come… educazione finanziaria

Non possiamo più ignorare l’impatto devastante degli investimenti in settori distruttivi come i combustibili fossili e l’industria bellica. La finanza etica non è un’utopia, ma una necessità per salvaguardare il nostro futuro.

L come… libertà di movimento

La libertà di movimento è un diritto fondamentale che riflette l’essenza stessa di una società equa e inclusiva. Ciò significa promuovere infrastrutture adeguate per chi si sposta a piedi, in bicicletta o con i mezzi pubblici, riducendo la dipendenza dall’automobile privata. Ogni strada sicura per una bambina che va a scuola, ogni pista ciclabile che attraversa il cuore della città, ogni autobus accessibile è un tassello di questa libertà.

R come… regole e sicurezza climatica

Gli impegni presi dai governi per contrastare la crisi climatica rimangono lettera morta, schiacciati da interessi economici a breve termine. Ogni Stato ha il dovere di agire ora, perché il tempo delle scuse è finito.

S come… dall’individuo alla società (e viceversa!)

L’illusione che siamo tutti uguali, che la società serva indistintamente ogni membro, maschera una verità scomoda: chi ha accesso alle risorse, al potere, alle opportunità, chi davvero può permettersi di svilupparsi in questa società? Non tutti. Solo alcuni. E questo disequilibrio alimenta l’ingiustizia.

T come… tutto il mondo è la nostra patria

In un’epoca di crisi globale, i confini nazionali si rivelano sempre più anacronistici. Il cielo che condividiamo, le risorse che ci sostengono, le biodiversità da proteggere e perfino le emissioni che ci avvelenano non conoscono frontiere. L’educazione civica dovrebbe insegnare che siamo custodi del Pianeta intero, responsabili della sua tutela e del suo futuro. Questo significa abbandonare la logica nazionalista in favore di una coscienza planetaria. La nostra vera identità non è definita da un passaporto, ma dalla nostra capacità di contribuire a un futuro comune e sostenibile per tutti, ovunque ci troviamo.

Non possiamo più permetterci compromessi: l’educazione civica deve essere un terreno fertile per coltivare un pensiero critico e una coscienza ecologica. Il nostro pianeta, e le generazioni future, non possono aspettare.

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