Il governo australiano potrebbe attivare un piano nazionale di controllo dell’età degli utenti dei social media e delle piattaforme di gaming. Più precisamente, l’idea è quella di imporre un’età minima di accesso per gli adolescenti nel tentativo di rispondere alla diffusione, in crescente aumento, di pornografia, deepfake e bullismo online. L’età minima per l’accesso a siti come Facebook, Instagram e TikTok non è stata ancora stabilita ma dovrebbe essere tra i 14 e 16 anni.

La proposta del governo – Con un rapporto di 276 pagine, l’ex giudice capo dell’Alta Corte, Robert French ha proposto l’esclusione dai social media degli utenti sotto i 14 anni, nonché l’obbligo per le compagnie di ottenere il consenso dei genitori per l’accesso dei figli a questo tipo di piattaforme, comprese quelle per i videogiochi. Il rapporto fa riferimento ad uno studio dell’Australian Psychological Association, secondo il quale gli adolescenti passano sui social o di fronte e a giochi virtuali in media3,3 ore al giorno, con conseguenze importanti anche sulla propria autostima.

Il consiglio dei ministri nazionale ha discusso la questione dell’età minima e della verifica dell’età in una riunione venerdì scorso: “I genitori sono molto preoccupati per questo, nessuna generazione ha mai dovuto affrontare una simile sfida”, ha detto il primo ministro Anthony Albanese. “La sicurezza e la salute fisica dei nostri giovani sono essenziali. I genitori vogliono che i figli si stacchino da telefoni cellulari e corrano su un campo di calcio”, ha aggiunto.

L’appoggio dell’opposizione – Il governo australiano ha anche dichiarato che avvierà una fase di sperimentazione delle nuove misure prima dell’entrata in vigore della norma e questo – lo ricorda il Sole 24 ore – con l’appoggio del leader dell’opposizione, il conservatore Peter Dutton. Dutton ha infatti dichiarato che ogni giorno di attesa è un giorno in più in cui i bambini sono esposti a rischi e pericoli.

Le critiche – Nonostante l’accordo politico, non sono mancate le critiche, molte delle quali riprese sempre dal Sole. Daniel Angus, professore della Queensland University of Technology, ha definito la proposta “precipitosa” e ha anche definito il possibile sentimento di esclusione dei giovani pericoloso. Alcuni esperti di tecnologia, poi, hanno espresso dubbi sull’efficacia dei sistemi di controllo. Tra questi, Toby Murray, dell’Università di Melbourne, ha evidenziato anche la possibilità di queste tecnologie di aggirare i controlli, oltre che l’eventualità che si incorra in rischi per la privacy.

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