Il caso Sangiuliano è un “mix tra arroganza e stupidità, sempre letale” e l’apparente errore di aver mandato l’ex ministro a farsi intervistare al Tg1 è “piuttosto un tentativo di manipolazione dell’opinione pubblica”. A dirlo è Lilli Gruber, conduttrice di Otto e mezzo (su La7), intervistata sul Corriere della Sera da Aldo Cazzullo, che pure conduce un programma sulla rete di Urbano Cairo, a sua volta proprietario del Corriere. “Sangiuliano – dice Gruber – da ministro inetto e colpevole è apparso al Tg1 come un uomo qualunque, contrito e pentito. Ecco fatta l’operazione ‘è solo una questione personale, di gossip'”. Quanto a Maria Rosaria Boccia e ai giudizi della presidente del Consiglio Giorgia Meloni che ha detto di avere “un’altra idea su come la donna debba ritagliarsi il suo spazio nella società”, la conduttrice di La7 risponde che la premier “è sempre pronta a parlare di quello che una donna dovrebbe o non dovrebbe fare”. Attendiamo che ci dica con altrettanta chiarezza qual è la sua idea di come un uomo si ritaglia, e debba ricoprire, il ruolo di ministro. Il senso delle istituzioni, ovvero disciplina e onore, è tra i requisiti?”.

La7 è diventata la rete della sinistra?, chiede Cazzullo. “La7 è una rete che fa giornalismo – risponde Gruber – E lasciamo al pubblico il compito di giudicare”. “Sono di parte”, ammette la conduttrice, precisando che questo significa essere “dalla parte della Costituzione, della legalità, del giornalismo che si basa sui fatti”. Gruber spera di avere la premier ospite del programma, come in passato. “La accusano però di aver maltrattato pure Elly Schlein” fa notare Cazzullo. “Io non ho mai maltrattato nessuno. Sono pur sempre cresciuta col ‘bon ton’ austro ungarico. Ma se a domande precise arrivano risposte evasive, è mio dovere insistere”. A Schlein però recapita un sms, sull’ex premier Matteo Renzi in procinto di rientrare nel centrosinistra: “Renzi ci ha abituato ai suoi molteplici interessi”. C’è anche una domanda sul Fatto Quotidiano perché spesso a Otto e mezzo intervengono il direttore Marco Travaglio, l’editorialista Antonio Padellaro e altre firme del giornale. “Ospito firme di Libero, del Secolo d’Italia, di Repubblica, del Domani e di altre testate” risponde la conduttrice. Che Italia vede Lilli Gruber? “Sta diventando un Paese sempre più polarizzato, diviso e rancoroso – risponde -: su questo terreno prospera un governo di destra reazionaria, che sta cercando di portare indietro le lancette dell’orologio dei nostri diritti”.

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