E’ dai tempi del “Processo del Lunedì” di Aldo Biscardi che in Italia si è fatta strada l’idea che un dibattito deve essere organizzato come una rissa verbale dove vince chi urla di più. Una buona illustrazione di questa tendenza si è vista in un dibattito sul clima che si è svolto il 19 luglio scorso sul sito dell’economista Michele Boldrin. Non vi dico di sorbirvelo tutto (un’ora e 40 minuti), ma vale la pena di ragionarci sopra per capire come siamo messi male.

I partecipanti erano Daniele Visioni, climatologo della Cornell University, e Franco Battaglia, chimico-fisico dell’Università di Modena. Battaglia non è un esperto di clima, lo dice lui stesso, ma è un esperto di trucchi e tattiche da usare nei dibattiti. Qui ha cominciato mettendosi in cattedra come se Visioni fosse un suo studente e chiedendogli di elencare “i tre principali motivi” che provano l’interpretazione attuale del cambiamento climatico. Il problema era che Visioni, sia pure molto giovane, non è uno studente. E’ professore alla Cornell e si è visto subito che ne sapeva molto di più di Battaglia.

Nel confronto, Battaglia non è stato capace di far di meglio che tirar fuori dei grafici vecchi di decenni e completamente obsoleti che Visioni ha facilmente demolito. A un certo punto (76esimo minuto) Battaglia si è intrappolato da solo presentando un grafico che poi, alle domande di Visioni, ha dimostrato di non aver capito lui stesso. Qui Visioni ha perso le staffe e ha trattato Battaglia “di pelle di becco” come diciamo noi a Firenze. Boldrin, poi, ha rincarato la dose con un attacco molto pesante contro Battaglia, condito di insulti e qualche bestemmia per buona misura. Battaglia, da parte sua, non è riuscito a ribattere.

Diciamo che certe reazioni sono comprensibili nell’ambito di un dibattito acceso, ma sono anche controproducenti. Il video ha avuto oltre 500 commenti sul sito di Boldrin, e molti danno ragione a Battaglia. Il quale, nel frattempo, è andato a lamentarsi sul blog di Nicola Porro, dove tutti i commentatori, nessuno escluso, gli hanno dato ragione. Se ne è parlato anche su “Climalteranti”, e anche lì ci sono stati commenti favorevoli a Battaglia. Insomma, se questo fosse stato un dibattito al “Processo del Lunedì”, si parlerebbe di un clamoroso autogol per la squadra Boldrin/Visioni.

Ma non è colpa di Boldrin o di Visioni; e nemmeno di Battaglia. E’ proprio questo formato del dibattito che non funziona. Mettere Visioni di fronte a Battaglia è stato come organizzare una partita di calcio fra la A.C. Juventus e la San Michele Cattolica Virtus, gloriosa squadra di terza categoria di Firenze. Una partita di calcio è interessante se le due squadre sono allo stesso livello. Se un dibattito scientifico deve servire a qualcosa, deve essere fra persone che sanno di cosa parlano e che si rispettano a vicenda.

Per esempio, il grafico che ha dato origine allo scontro acceso fra Visioni e Battaglia è una cosa interessante che avrebbe dovuto e potuto essere spiegata nel contesto del cambiamento climatico in corso. Tutto nella scienza del clima è interessante se avete la voglia e la pazienza di capire come stanno le cose (magari, uno di questi giorni, vi racconto cosa vuol dire quel grafico in un post sul Fatto). Ma se continuiamo a pensare che si possa ragionare di scienza come se fossimo da Aldo Biscardi in tv, non andiamo da nessuna parte. E nel frattempo il riscaldamento globale avanza sempre più rapidamente.

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