“E se questa voce non fosse di Emanuela Orlandi ma di un’altra giovane donna, picchiata, seviziata e torturata? Ma chi nello stesso periodo della scomparsa di Emanuela è stata rinchiusa e seviziata?”: si apre con questa domanda la nuova edizione di Chi L’ha visto, il programma dedicato alle persone scomparse che torna in onda stasera su Rai Tre, dopo la pausa estiva.
Parliamo dell’audio fatto ritrovare dai presunti rapitori il 17 luglio del 1983, quasi un mese dopo la scomparsa della 15enne vaticana. Il nastro fu lasciato in via della Dataria a Roma, presso la sede dell’Agenzia Ansa. Il contenuto era già stato divulgato da tempo. La questione è tornata al centro della vicenda dopo che quest’estate, FqMagazine ha nuovamente diffuso il lato B della cassetta nell’ambito di una miniserie a puntate – con estratti audio concessi da Pietro Orlandi – sulle primissime fasi della scomparsa di Emanuela.
La registrazione contiene, lo ricordiamo, la voce di una ragazza che sta subendo delle violenze, “sottoposta a stimolazioni dolorose di intensità variabile e progressivamente crescente” (come si legge da un rapporto del Sismi). Mentre il Lato A contiene invece delle voci maschili che con accento straniero leggono in italiano un proclama ufficiale in cui chiedono la liberazione dell’attentatore del Papa Alì Agca, in cambio di Emanuela.
Ci si chiede insomma se davvero quella voce fosse di Emanuela, come scrissero nel loro verbale gli agenti del Sismi (“quella voce corrisponde a quella di Emanuela Orlandi”) salvo poi smentire tutto al papà della cittadina vaticana, Ercole Orlandi, a cui dissero che erano solo “spezzoni di un film porno”. Eppure, Ercole Orlandi, fino alla scomparsa nel 2004, ha sempre detto di aver avuto l’impressione di riconoscere in quel nastro la voce di sua figlia, soprattutto in quel frammento in cui dice: “Per favore, mi lasci dormire adesso?”.