“Il ritorno della Crimea all’Ucraina è un requisito del diritto internazionale”. A parlare è il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan. In un videomessaggio inviato al vertice della Piattaforma internazionale della Crimea, Erdogan ribadisce che il sostegno della Turchia “all’integrità territoriale, alla sovranità e all’indipendenza dell’Ucraina rimane incrollabile“. Il presidente turco afferma anche di augurarsi “che la guerra finisca con una pace giusta e duratura“. Dichiarazioni che arrivano quasi in contemporanea all’annuncio del portavoce del Cremlino: il presidente russo Vladimir Putin potrebbe avere un colloquio con il presidente della Turchia nell’ambito del vertice Brics che si terrà nella città russa di Kazan dal 22 al 24 ottobre, ha fatto sapere Dmitry Peskov. Ankara, infatti, ha ufficialmente confermato di volere entrare nei Brics, l’organizzazione delle economie emergenti che include Brasile, Cina, Egitto, Emirati Arabi Uniti, Etiopia, India, Iran, Russia e Sudafrica, guidata proprio da Vladimir Putin e Xi Jinping. E la Turchia è il primo paese della Nato a chiedere di farne parte.
Intanto la guerra prosegue e i vertici dell’esercito russo, come riporta la Tass, annunciano di avere riconquistato circa 10 insediamenti nella regione di Kursk, occupata in parte dall’esercito ucraino con l’operazione iniziata ad agosto: “La nostra situazione è buona. Le nostre unità sono andate all’offensiva”, ha detto il maggiore generale Apty Alaudinov. Secondo i media la situazione sul fianco sinistro delle truppe ucraine nella regione russa è peggiorata in seguito ad un assalto lanciato dalle forze di Mosca. Lo riporta il canale Telegram indipendente DeepState, citato da Ukrainska Pravda. I russi hanno iniziato le operazioni d’assalto traghettando veicoli corazzati prima attraverso il fiume Seim e poi attraverso fiumi minori. Gli specialisti del progetto DeepState hanno anche registrato il movimento di una colonna corazzata russa da Korenevo in direzione di Snagosti, nonché combattimenti in quest’ultima località.
Sul fronte internazionale il Times rivela che gli Stati Uniti sarebbero pronti a consentire all’Ucraina di lanciare missili a lungo raggio per colpire la Russia in profondità “entro poche settimane”, eliminando le attuali restrizioni. Il Times cita fonti del governo britannico all’indomani dell’incontro a Londra tra il segretario di Stato americano Antony Blinken e il ministro degli Esteri britannico David Lammy, giunti mercoledì mattina a Kiev. Il quotidiano fa riferimento sia ai missili Atacms prodotti negli Usa che agli Storm Shadow di fabbricazione britannica. La visita di Blinken e Lammy nella capitale ucraina potrebbe essere l’occasione per formalizzare il via libera all’utilizzo dei sistemi d’arma di comune accordo con Londra. Immediata la replica di Mosca: la Russia darà una risposta “appropriata” ad un’autorizzazione degli Usa all’Ucraina per usare i missili contro il territorio russo, ha detto il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, citato da Ria Novosti. “La decisione di colpire la Russia con missili Atacms è già stata presa e stanno cercando di formalizzarla attraverso i media”, ha commentato Peskov.