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“Ha dato missili alla Russia”: gli Usa estendono le sanzioni all’Iran. Intanto Teheran continua a lavorare per riaprire i negoziati sul nucleare

Washington accusa l’Iran di aver fornito missili balistici alla Russia ed estende le sanzioni. Per lo stesso motivo Berlino, Parigi e Londra nel formato “E3” annunciano che adotteranno dazi e l’Alto rappresentante per la politica estera Ue Josep Borrell ha presentato ai 27 un pacchetto di “misure mirate” contro Teheran. Che risponde poche ore dopo: […]

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Washington accusa l’Iran di aver fornito missili balistici alla Russia ed estende le sanzioni. Per lo stesso motivo Berlino, Parigi e Londra nel formato “E3” annunciano che adotteranno dazi e l’Alto rappresentante per la politica estera Ue Josep Borrell ha presentato ai 27 un pacchetto di “misure mirate” contro Teheran. Che risponde poche ore dopo: “Questa azione dei tre Paesi europei è la continuazione della politica ostile dell’Occidente e del terrorismo economico contro il popolo iraniano, che dovrà affrontare l’azione appropriata e proporzionata della Repubblica islamica dell’Iran”. Intanto il nuovo governo guidato da Masoud Pezeshkian continua a lavorare per riaprire i negoziati sul nucleare, proprio nel tentativo di allentare le sanzioni imposte dall’Occidente.

Quella di ieri è stata una giornata tesa nei rapporti tra Teheran e le potenze occidentali. Mentre Usa e Ue annunciavano le nuove sanzioni, il capo del Consiglio di Sicurezza nazionale iraniano, Ali Akbar Ahmadian, incontrava a San Pietroburgo il suo omologo russo, Sergei Shoigu, che ha riferito che è nella fase finale la preparazione di un accordo di cooperazione bilaterale. “Siamo pronti ad aumentare l’interazione attraverso i Consigli di Sicurezza”, ha aggiunto l’ex ministro della Difesa. Intanto il ministro degli Esteri britannico David Lammy e il segretario di Stato americano Antony Blinken, che oggi sono insieme a Kiev, facevano sapere in una conferenza stampa di essere concordi sulla necessità di contrastare l’influenza dell’Iran in Medio Oriente e in Ucraina: “Siamo completamente concordi sulla necessità di contrastare le attività maligne dell’Iran nella regione e oltre”, ha detto Lammy ai giornalisti accanto a Blinken, in visita nel Regno Unito.

Nelle stesse ore l’Office of Foreign Assets Control del Dipartimento del Tesoro di Washington ha sanzionato 10 persone e 6 enti con sede in Iran e Russia per aver consentito la consegna da parte dell’Iran di componenti e sistemi di armi alla Russia e quindi aver sostenuto la guerra della Russia in Ucraina. L’Ofac ha sanzionato i seguenti funzionari del Corpo delle Guardie della Rivoluzione Islamica e del Ministero della Difesa e della Logistica delle Forze Armate iraniano. Rouhollah Katebi, punto di contatto con Mosca del ministero della difesa iraniano, secondo Washington ha partecipato alle operazioni russe per ricevere i missili balistici a corto raggio di produzione iraniana Fateh-360; Ebrahim Bahrami, dipendente della Shahid Kharrazi Industries già sanzionata dagli Stati Uniti nel gennaio 2018, ha tenuto i contatti con Mosca per la formazione del personale militare russo su suolo iraniano; Ali Jafar Abadi, comandante del Salam Farsi Space Command dell’Aerospace Force dei Guardiani della Rivoluzione, ha supervisionato i programmi di lancio di satelliti ai quali la Russia ha partecipato.

L’Ofac ha inoltre sanzionato Iran Air, per aver spedito componenti elettronici e di aeromobili in Russia con l’accusa di “aver contribuito materialmente alla fornitura, vendita o trasferimento, direttamente o indirettamente, da o verso l’Iran, o per l’uso o il beneficio dell’Iran, di armi o materiale correlato, compresi i pezzi di ricambio”. L’Agenzia aveva già sanzionato la compagnia di bandiera di Teheran nel novembre 2018 e confiscato 67 dei suoi velivoli. Sanzioni anche per l’Azadegan Transportation Company, società vicina ai Guardiani della Rivoluzione ed “essenziale per le loro operazioni logistiche”, e il Farzanegan Propulsion Systems Design Bureau: ha fornito ai produttori di armi russi campioni dei suoi motori necessari allo sviluppo dei missili da crociera. Inoltre il Foreign Commonwealth and Development Office del Regno Unito, il ministero degli Esteri di Parigi e quello di Berlino hanno annunciato che annulleranno gli accordi bilaterali sui servizi aerei con l’Iran: la misura limiterà la capacità di Iran Air di volare verso il Regno Unito e l’Europa.

Intanto, proprio nel tentativo di allentare le sanzioni imposte negli ultimi anni dall’Occidente, il neo-presidente Masoud Pezeshkian continua a lavorare per riaprire le trattative sul nucleare. Secondo la stampa iraniana, il ministro degli Esteri Abbas Araghchi ha in programma una serie di nomine con una lunga esperienza nel settore. La prima, riferisce l’agenzia Mehr, sarebbe quella di Kazem Gharib Abadi come principale negoziatore con l’Occidente. Oggi vice capo della magistratura per gli affari internazionali e segretario del Consiglio supremo iraniano per i diritti umani, Gharib Abadi è stato il rappresentante iraniano presso l’Agenzia internazionale per l’energia atomica dal 2018 al 2021. Altri diplomatici esperti sono stati posizionati in altre posizioni chiave. Majid Takht Ravanchi, membro del team di negoziazione nucleare sotto l’ex presidente Hassan Rouhani, è stato nominato vice ministro degli esteri. Araghchi ha anche nominato Ali Bagheri Kani, capo negoziatore nucleare nel 2021 sotto l’ex presidente Ebrahim Raisi, come suo consigliere personale.

Teheran, nel frattempo, continua anche nel suo impegno per migliorare i rapporti con i paesi vicini. Oggi Pezeshkian è arrivato in Iraq per il suo primo viaggio ufficiale all’estero. L’obiettivo è consolidare i rapporti con Baghdad, considerata un partner importante sul fronte economico, politico e religioso. Durante la visita Pezeshkian dovrebbe visitare i santuari sciiti nelle città di Karbala e Najaf e visionare il progetto ferroviario per collegare la città meridionale di Bassora all’Iran ed Erbil, la capitale della regione semiautonoma curda settentrionale dell’Iraq. Prima del viaggio, Araghchi ha spiegato che il presidente spera di rafforzare le relazioni di sicurezza e i legami economici con gli ex nemici. “Vogliamo vedere l’Iraq svilupparsi, crescere, prosperare e rafforzarsi ai nostri confini, e qualsiasi progetto economico che raggiunga questo obiettivo gode del nostro sostegno”, ha detto il capo della diplomazia di Teheran.