Rallenta, come da attese, l’inflazione negli Stati Uniti. In agosto i prezzi sono risultati in media superiori del 2,5% rispetto allo stesso mese del 2023, a fronte del + 2,9% che aveva caratterizzato luglio. Tra un mese e l’altro i prezzi al consumo sono saliti dello 0,2%, come previsto degli analisti. Leggermente superiori alle stime il dato sull’indice core (al netto delle componenti più variabili come alimentari ed energia) che si colloca al 3,2%. Il carovita statunitense è ora sui minimi degli ultimi tre anni. Sono dati che non intralciano l’annunciata volontà della Federal Reserve, la banca centrale americana, di ridurre i tassi la prossima settimana. Tuttavia il dato core superiore alle attese rende quasi certo che venga attuato un taglio modesto, dello 0,25 e non dello 0,5.

I dati sembrano comunque giocare a favore del governo in carica in vista delle imminenti elezioni presidenziali. I dati sull’inflazione mostrano che “stiamo voltando pagina. Con i prezzi che calano è importante concentrarsi nel sostenere gli storici progressi fatti per i lavoratori americani”, commenta Lael Brainard, la consigliera economica della Casa Bianca. A provocare l’aumento medio dei prezzi sono stati gli affitti abitativii, le tariffe aeree, i prezzi dell’abbigliamento, oltre a assicurazioni auto ed hotel.

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