Secondo l’ostetrica e influencer Marie Louise rappresenterebbe un ottimo trucco per far smettere di piangere i neonati
Evoca a dire il vero iconici cartoni animati giapponesi degli anni 60’, ma pare funzioni. Si tratta della “presa della tigre sull’albero” e secondo l’ostetrica e influencer Marie Louise rappresenterebbe un ottimo trucco per far smettere di piangere i neonati. Alle pagine di Mirror la dottoressa ha spiegato che la “presa” consisterebbe nel prendere in braccio il bambino o la bambina e metterlo in modo che abbia la schiena appoggiata sul petto di chi lo tiene; poi quest’ultimo deve infilare il proprio braccio destro sotto l’ascella destra del bimbo e tenere invece il proprio braccio sinistro tra le gambe dell’infante. Una volta fatto questo piano piano sdraiamo il bambino in modo che abbia braccia e gambe penzoloni. La dottoressa poi aggiunge: “Vi consiglio anche di abbassare le luci e coccolare il vostro bimbo camminando per casa, su una sedia a dondolo o rimbalzando su una palla per gli esercizi. I bimbi sono stati 9 mesi nella pancia della mamma e spesso li calma tutto ciò che riproduca il dondolio cui erano sottoposti nel pancione”.
Non proprio una novità come spiega Maria Giuseppina Picconeri, membro del Direttivo Nazionale della Società Italiana della Riproduzione Umana e Fondatrice del NIKE Medical Center di Roma, che però come manovra “calmante” ha il suo perché: “E’ una presa che tutte le mamme conoscono da tempo immemore – spiega la dott.ssa Picconeri – che agisce anche sulle colichette dei bambini perché la mano di chi li tiene comprime un poco di più il pancino aiutandoli ad espellere aria che si fosse formata. In più questa posizione consente al bambino di guardare nella stessa direzione dei grandi sentendosi protetto, perché poggia la propria schiena sull’addome e sul torace di chi lo sostiene, una condizione di riduzione dell’ansietà del bambino”.
Il tutto torna particolarmente utile nelle prime settimane di vita nelle quali i bimbi tendono a piangere molto e nelle quali si deve ancora ben apprendere a ricollegare il pianto stesso a specifici bisogni del neonato. “Le prime settimane – conferma la dott.ssa Picconeri – sono quelle terribili per chi ha un bimbo appena partorito, proprio perché riconoscere le differenze di pianto richiede un poco di esperienza. Nel giro di poche settimane le differenze però diventano molto più comprensibili e le mamme riescono a capire le differenze del vagito del bambino a seconda che abbia bisogno di essere cambiato o di mangiare o altro”.