Cronaca

Lo studente picchiato in Stazione Centrale a Milano: “Ho superato il test di ammissione all’università, inizio a ottobre”

Non dimenticherà l’aggressione e il furto, non riavrà indietro il suo orologio, ma almeno ha raggiunto l’obiettivo per cui era partito dalla Puglia. Il giovane studente che è stato picchiato in Stazione Centrale lo scorso giovedì poco dopo essere sceso da un treno Intercity che da Bari lo aveva portato nella città meneghina, frequenterà l’Università […]

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Non dimenticherà l’aggressione e il furto, non riavrà indietro il suo orologio, ma almeno ha raggiunto l’obiettivo per cui era partito dalla Puglia. Il giovane studente che è stato picchiato in Stazione Centrale lo scorso giovedì poco dopo essere sceso da un treno Intercity che da Bari lo aveva portato nella città meneghina, frequenterà l’Università a Milano. Ha superato il test di ingresso e da ottobre diventerà uno studente di professioni sanitarie. A raccontarlo è stato lui stesso in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera: “È stato scioccante ma ora sto bene. Mi pesa il fatto che mi abbiano rubato l’orologio, era un regalo di mio padre e non lo avrò indietro”.

Il giovane pugliese si trovava nel sottopasso della stazione alle 7.45 del mattino quando è stato raggiunto da un gruppo di tre persone che lo hanno bloccato e picchiato per derubarlo: “Nel tunnel della linea verde della metro ho sorpassato un gruppetto di persone ma poco dopo sono stato colpito con un pugno alle spalle e sono stato bloccato contro il muro. Mi hanno morso il dito strappandomi parti di pelle. Per fortuna ero al telefono con mio padre” ha detto al Corriere della Sera. Nonostante la paura e shock, lo studente un’ora dopo aver subito l’aggressione si è seduto per sostenere il test.

I tre responsabili della violenza, che hanno invano tentato la fuga, sono stati fermati ed identificati. Si tratta di tre uomini di origine marocchina tutti irregolari senza fissa dimora già noti alle forze dell’ordine. Mercoledì mattina è stato convalidato il loro fermo e tutti e tre sono finiti in carcere con l’accusa di “rapina aggravata in un luogo tale da non permettere la pubblica o privata difesa”. Il Gip, Lorenza Pasqualini, ha disposto per i tre un processo con rito immediato vista la “violenza esercitata” nei confronti della vittima.