Si era radicalizzato dopo il 7 ottobre 2023 – quando Hamas ha brutalmente attaccato Israele provocando almeno 1200 morti e prendendo in ostaggio 253 persone – il 28enne marocchino arrestato a Milano per istigazione a delinquere finalizzata al terrorismo. El Mahdi Tbitbi era pronto a partire per la Giordania eppure era considerato integrato. Arrivato nel 2011 in Italia aveva mostrato “grande gratitudine verso il Paese di accoglienza” come sottolineato nella conferenza stampa convocata in questura dopo l’arresto. Ma negli ultimi due anni l’uomo aveva avuto una “drastica inversione di tendenza”, con una radicalizzazione di stampo religioso, acuita l’autunno scorso dopo l’attacco di Hamas in Israele del 7 ottobre.

L’inchiesta dopo una denuncia – A gennaio il 28enne era volato in Giordania, raggiungendo da lì l’Arabia Saudita. Stesso viaggio che era pronto a intraprendere a breve: aveva infatti prenotato un biglietto aereo per il prossimo 20 settembre per la Giordania. Il 28enne aveva comunque precedenti di polizia per reati contro la persona, il patrimonio ed in materia di stupefacenti. L’indagine, coordinata dalla Procura di Milano e condotta dalla Digos e Sco – è scattata dopo una denuncia presentata nel novembre dello scorso anno per minacce ricevute su un profilo Instagram. L’esposto è stato presentato dall’ex parlamentare e attuale direttore editoriale del quotidiano Libero, Daniele Capezzone.

Il 28enne, che è stato fermato mentre si trovava in un centro di accoglienza di Milano dove saltuariamente lavorava come interprete, il 28 novembre, dopo un suo intervento sul velo islamico all’edizione serale del Tg4, dove era stato invitato come ospite, gli aveva infatti mandato alcuni messaggi su Instagram: “Sciacquati la bocca prima di parlare del velo islamico. Volete un paese di p.., un paese di usa e getta. Attenzione, userò tutta la tua famiglia per fartelo capire. Ve lo prometto che vi faccio pagare con la malvagità ogni piccola cosa contro fede di Dio. Anche con il nucleare. Giuro su Dio“.

La svolta radicale – Da fine 2023, ad eccezione di un unico post, le pubblicazioni social assumono “carattere costante di manifestazione di idee estremiste e di toni inquietanti e minacciosi, nonché compaiono anche i primi contenuti e le prime immagini relativi all’utilizzo di armi” emerge nel provvedimento del giudice per le indagini preliminari di Milano Lorenza Pasquinelli. Il 28 ottobre 2023, ad esempio, il mediatore culturale e interprete di arabo all’interno di comunità di accoglienza per minori stranieri non accompagnati pubblica un post del seguente tenore: “Preparate le vostre teste ad essere tagliate, oh voi che aiutate il diavolo a sussurrare”, seguito da emoticon rafforzative del messaggio.

Un atteggiamento “di totale apertura nei confronti dell’Occidente” nel 2019, mutato “improvvisamente” e “senza alcuna apparente ragione” a partire dal 2022. Il 28ene, spiegano gli inquirenti, è così passato dal dirsi “orgoglioso” dell’Italia, dove viveva dal 2011, a “un’insofferenza e acredine nei confronti degli usi e costumi occidentali“, arrivando anche a dichiararsi un “mujaheddin” ed esprimendo la volontà di andare a combattere. “Morire non è un problema, l’inferno sì”.

Le minacce – Il 30 novembre del 2023 menziona il profilo ufficiale della presidente del Consiglio Giorgia Meloni e il profilo ufficiale del leader M5S Giuseppe Conte e scrive “Fra un mese, io vado spero per sempre. Siate pronti alla guerra”. E a un amico scrive: “Prometto la malvagità che non hai mai visto nemmeno nei film“. E messaggi e video deliranti sono indirizzati a politici non solo nazionali. Lo scorso 29 marzo, invece, pubblica un ulteriore video in cui si rivolge al vicepremier e ministro Matteo Salvini, dove sostiene che il segretario della Lega “non è né un arabo puro, né un italiano puro e che il suo intento è quello di fare polemica”, quindi afferma che arriveranno ‘i tempi brutti”, invitando al contempo le persone di fede musulmana a unirsi.

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