I social non sono la realtà. Non ci stancheremo mai di ripeterlo, tanto più dopo il caso di Nicholas Perry, lo youtuber meglio conosciuto come Nikocado Avocado. Per anni, milioni di spettatori hanno seguito le sue sfide alimentari estreme, i cosiddetti “mukbang“, in cui Perry si abbuffava in diretta mangiando enormi quantità di cibo, apparentemente incurante delle conseguenze sulla sua salute. Ma dietro le quinte, si celava una realtà ben diversa.
Mentre il pubblico era convinto di assistere in tempo reale alle sue abbuffate, Perry stava segretamente intraprendendo un percorso di dimagrimento. Per due anni, ha continuato a pubblicare vecchi video, modificandoli abilmente per farli sembrare recenti, ingannando così i suoi 4 milioni di follower: “È stato il più grande esperimento sociale della mia vita”, ha confessato Perry nel suo video di ritorno, in cui ha rivelato di aver perso ben 113 kg. “Per due anni ho pubblicato solo video vecchi, modificandoli per farli sembrare recenti. Mi sono rasato la testa in modo che le persone non potessero riconoscermi in pubblico”.
La storia di Perry è un monito sui pericoli della ricerca della fama a tutti i costi: nel suo video, il 32enne ha parlato apertamente delle difficoltà legate all’obesità, mostrando spezzoni in cui era costretto a usare uno scooter per muoversi, era attaccato a un respiratore o ricoverato in ospedale. “L’obesità è stata difficile da sopportare”, ha ammesso. “È stato un lungo viaggio di otto anni… un sogno davvero brutto. Ma è finalmente finito – ha quindi concluso Perry -. E sono felice di essere tornato in salute e di poter condividere la mia storia con voi”.
Oggi, Perry sembra determinato a non rimettere a rischio la sua salute per qualche like: ha infatti iniziato a pubblicare video che promuovono un’alimentazione sana e porzioni controllate, dimostrando un cambiamento radicale rispetto al passato. La rivelazione di Perry ha scatenato non poche critiche tra gli utenti che lo seguivano, mettendo in luce come la veridicità dei contenuti online e sui rischi associati alla creazione di personaggi e narrazioni costruite. Insomma, la sua storia ci ricorda che ciò che vediamo sui social media non sempre corrisponde alla realtà e che la ricerca della fama può avere conseguenze gravi sulla salute fisica e mentale.