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Pappalardo si candida a sottosegretario alla Cultura: “Ministro Giuli, mi nomini. Con me al suo fianco non la toccherà più nessuno”

Dopo gli appelli inascoltati alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni e al suo vice Matteo Salvini per essere nominato consulente del governo sulle scie chimiche, sul 5G e sul ponte sullo Stretto, l’ex generale Antonio Pappalardo ci riprova col neo-ministro della Cultura Alessandro Giuli. Nel corso di una sua diretta social il leader dei Gilet Arancioni, che vanta anche una lunga esperienza di compositore musicale, esprime le sue felicitazioni al successore di Sangiuliano e si infervora sullo stato culturale del paese: “Ministro Giuli, un grande consiglio: vada a guardare tutte le schifezze nella televisione. Imponga anche alle tv private di fare cultura, perchè la gente è troppo ignorante. Basta con queste porcate: Amici, giochetti, giochettini. Basta, lei è ministro della Cultura e deve pretendere che il popolo italiano sia educato ai grandi valori, ai grandi sentimenti, alla cultura”.

Poi suggerisce a Giuli di togliere il finanziamento pubblico ai giornali e di incentivare l’esibizione dei giovani musicisti nei teatri: “Vada a guardare i teatri, dalla Scala di Milano al San Carlo di Napoli. Fanno sempre Verdi, Puccini, gente che è morta 200 anni fa. E c’è gente, poveraccia, che studia musica al Conservatorio, compone qualche cosa e gli dicono: ‘Ma statte zitto, adda muri'”.
Infine, l’auto-promozione: “Io sono stato sottosegretario di Stato alle Finanze e mi hanno buttato fuori con un pretesto vergognoso. Lei vuole un uomo di grande cultura? Nomini me sottosegretario alla Cultura e vedrà come io faccio ballare il tango a tutti i sovritendenti e a tutte le persone che non danno vera cultura al paese. Io so come fare la grande cultura. Vada dalla Meloni e le dica: ‘Io mi fido di Antonio Pappalardo'”.

L’ex militare cita la sua opera del 2006 ‘Petros Eni’, composta in occasione del V centenario della Basilica di San Pietro: “Se a Pappalardo la Chiesa Cattolica dà tutta questa fiducia, allora adda esse un uomo in gamba. E i cardinali sono in gamba, non sono come certi tirapiedi di dirigenti del ministero della Cultura: se mi hanno affidato quell’opera, significa che qualche cosa di buono la so fare. È un consiglio personale – aggiunge – mi chiami e dica alla Meloni che la sinistra ha fatto un’ingiustizia a Pappalardo Antonio. Gli ha tolto la carica di sottosegretario perché era sindacalista. Quindi, vuole fare una grande opera nei confronti di Antonio Pappalardo? Caro ministro, so io come intervenire nei teatri, nei cinema, dappertutto, per far tornare l’Italia a essere un grande paese della cultura”.

Pappalardo conclude il suo peana a Giuli, rivolgendogli i suoi auguri e complimentandosi per i suoi trascorsi di giornalista nel quotidiano socialdemocratico L’umanità. E ripete il suo appello: “Si metta al suo fianco uno come me, che è stato eletto nel Partito Socialista Democratico nel’92, e vedrà che avrà grandi soddisfazioni. E soprattutto – chiosa – con me non la toccherà più nessuno perché avranno pedate nel sedere. Io so cosa dire a questi cialtroni della sinistra che l’attaccano. Tanti auguri e stia attento ai suoi amici di destra”.