Politica

Passa alla Camera la norma anti-dissenso: carcere fino a due anni per chi blocca le strade. “Colpiti studenti, eco-attivisti e lavoratori”

Carcere da sei mesi a due anni, senza l’alternativa della pena pecuniaria, per chi “impedisce la libera circolazione su strada ordinaria o ferrata ostruendo la stessa con il proprio corpo, se il fatto è commesso da più persone riunite”. L’Aula della Camera ha approvato l’articolo 14 del ddl sicurezza, varato a novembre dal governo su […]

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Carcere da sei mesi a due anni, senza l’alternativa della pena pecuniaria, per chi “impedisce la libera circolazione su strada ordinaria o ferrata ostruendo la stessa con il proprio corpo, se il fatto è commesso da più persone riunite”. L’Aula della Camera ha approvato l’articolo 14 del ddl sicurezza, varato a novembre dal governo su proposta del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, nel quale è contenuta la norma battezzata dalle opposizioni “anti-Gandhi” (copyright del deputato di Verdi-Sinistra Devis Dori): una volta che il provvedimento sarà approvato da entrambi i rami del Parlamento, diventeranno reato i blocchi stradali messi in atto dagli eco-attivisti di Ultima generazione per sensibilizzare sulla crisi climatica, finora semplici illeciti amministrativi puniti con una sanzione da mille a quattromila euro. Se invece il blocco è messo in atto da una persona sola, la pena sarà della reclusione fino a un mese o della multa fino a trecento euro.

Il voto in Aula è stato accompagnato dalle dure proteste delle opposizioni. La deputata Pd Laura Boldrini parla di “un articolo liberticida contro i lavoratori e gli eco-attivisti“, mentre il compagno di partito Gianni Cuperlo avverte che la norma potrà colpire anche le manifestazioni studentesche. “Sarò una delle prime ad essere imputate, io non smetterò di andare fuori dalle fabbriche con i lavoratori sfruttati”, promette Stefania Ascari del Movimento 5 stelle. Per Angelo Bonelli l’approvazione del nuovo reato “segna una svolta storica per la qualità della nostra democrazia”, ovviamemnte in negativo: “Ricordiamo gli operai Whirlpool ed ex Ilva che hanno occupato le strade” per rivendicare diritti. Oggi la vostra risposta alle crisi sociali è il carcere, e questo è drammatico”, attacca.

“Il carcere per chi esprime il dissenso è liberticida e va contro la Costituzione. Resistenza significa anche sedersi per terra con le mani alzate. Oppure rimanere fermi, oppure sdraiarsi per terra. Non è resistenza violenta ma semplice e legittimo rifiuto civico non violento”, denuncia Sergio Costa, vicepresidente M5s della Camera ed ex ministro dell’Ambiente. “Ritengo che l’equilibrio tra l’ordine pubblico e la tutela dei diritti civili debba essere il principio cardine in ogni discussione su temi così delicati. Questo articolo, per come è scritto, è chiaramente mirato a vietare le manifestazioni di dissenso dell’attivismo ambientale. Devono essere garantite tutte le forme di dissenso, purché pacifiche. Stiamo sfociando nella criminalizzazione indiscriminata dell’attivismo e delle legittime forme di protesta, ed è molto, molto grave”, sottolinea. Il deputato Pd Arturo Scotto ricorda a sua volta “il caso degli operai della Whirlpool di Napoli, che per tre anni hanno tenuta viva una vertenza difficilissima per salvare trecento posti di lavoro: hanno fatto ben dieci blocchi stradali a cui hanno partecipato centinaia di persone. Hanno bloccato porto, aeroporto, strade e ferrovie. Con questa norma sarebbero finiti in galera per due anni. È una follia trasformare il dissenso in un illecito penale”.

Già lo scorso giugno, quando la norma era passata in Commissione, dal centrosinistra si era gridato alla repressione. “Il governo mira a colpire il diritto dei cittadini a manifestare, criminalizza il dissenso pacifico e meramente passivo”, denunciava il deputato M5s Federico Cafiero De Raho, ex procuratore nazionale Antimafia. Valentina D’Orso, capogruppo pentastellata in Commissione Giustizia, sottolineava che in questo modo la maggioranza “alza volutamente l’asticella della conflittualità sociale e sa di esporre le forze dell’ordine a maggiori rischi. Per questo rafforza alcuni strumenti e tutele degli agenti: non allo scopo di dar loro maggiore dignità, ma per provare a proteggerli dalla crescente tensione che lo stesso governo con le sue scelte politiche sta creando, reprimendo per via normativa la manifestazione pacifica del dissenso. È un piano inclinato pericolosissimo e inquietante per la nostra democrazia”, avvertiva. Devis Dori, di Alleanza Verdi e Sinistra, invece ironizzava: “Il testo di questo provvedimento è stato scritto da qualcuno che aveva un manganello in mano, non una penna”.