Sangiuliano, Bersani a La7: “Meloni è l’origine, non l’argine di certi fatti. Non sta facendo la storia ma la rivincita dei neo-missini”

“Caso Sangiuliano? La cosa curiosa che leggo tra i commentatori è che la Meloni appaia come un argine e un rimedio a questi fatti. No, la Meloni è l’origine di queste cose, perché lei dice ai suoi: ‘Stiamo facendo la storia’. Ma se stanno facendo la storia, cosa sarà mai se un ministro ferma un treno o se una ministra imputata di falso in bilancio e truffa all’Inps se ne frega o se un altro ministro ancora porta in giro la fidanzata?”. Così a Otto e mezzo (La7) Pier Luigi Bersani commenta la saga Sangiuliano, aggiungendo: “Allora la domanda che andrebbe fatta alla Meloni è: in che senso stai facendo la storia? Sei Cavour, sei Garibaldi, sei De Gasperi? Dì qual è la storia che stai facendo. Tu stai facendo la rivincita dei neo-missini. Questo è il tuo obiettivo e il tuo scopo ancor prima dell’azione di governo”.

E aggiunge: “Gli italiani cosa hanno da guadagnarci nell’assistere a questa rivincita, che poi porta al vittimismo aggressivo e a vedere complotti dappertutto? Non va bene così. O mettono tutti e due i piedi nell’azione di governo oppure, se hanno in testa un altro disegno, cioè un ricominciamento della storia repubblicana, da cui il premierato e l’autonomia differenziata, lo dicessero chiaro. Io credo che gli italiani non siano interessati a questa cosa, perché c’è il problema della sanità, dei salari, dei diritti, della politica industriale. Ci sono queste robine qui”.

Alla domanda della conduttrice Lilli Gruber, che gli chiede se l’ex ministro della Cultura ha perso la testa per la sua collaboratrice Maria Rosaria Boccia oppure il potere gli ha dato la testa, Bersani risponde sorridendo: “La seconda che ha detto, perché la prima non sarebbe un problema. Non è che l’articolo 54 della Costituzione proibisce a un ministro di innamorarsi, anche transitoriamente. Ma pretende disciplina e onore nello svolgimento del proprio ruolo. E in questi 2 anni del governo Meloni non è la prima volta che dei ministri vengono meno a questa esigenza di disciplina e onore”.