Alberto Fujimori, il controverso ex presidente del Perù morto a 86 anni: era malato di cancro. Fu imprigionato per crimini contro l’umanità

È morto a 86 anni a causa di un cancro Alberto Fujimori, controverso ex presidente del Perù. L’annuncio è stato dato mercoledì sui social dalla figlia Keiko, leader del partito populista-conservatore Forza Popolare e più volte candidata sconfitta alle elezioni presidenziali. “Dopo una lunga battaglia contro il cancro, nostro padre Alberto Fujimori è appena partito per incontrare il Signore. Chiediamo a chi lo ha apprezzato di accompagnarci con una preghiera per il riposo eterno della sua anima. Grazie mille papà!”, ha scritto su X.

Después de una larga batalla contra el cáncer, nuestro padre, Alberto Fujimori acaba de partir al encuentro del Señor. Pedimos a quienes lo apreciaron nos acompañen con una oración por el eterno descanso de su alma.
Gracias por tanto papá!
Keiko, Hiro, Sachie y Kenji Fujimori.

— Keiko Fujimori (@KeikoFujimori) September 11, 2024

Professore universitario, soprannominato “el chino” (il cinese) anche se di origine giapponese, Fujimori vinse le elezioni peruviane del 1990 contro lo scrittore Mario Vargas Llosa. Prese il controllo di un paese devastato da un’inflazione galoppante e dalle violenze, governandolo con il “pugno di ferro” fino al 2000, quando fuggì in disgrazia travolto da uno scandalo di corruzione insieme al suo braccio destro, il potente capo dei Servizi segreti Vladimiro Montesinos. Riuscì a risollevare l’economia con una privatizzazione di massa delle industrie statali, ma allo stesso tempo inaugurò una svolta autoritaria nel contrasto ai guerriglieri maoisti di Sendero Luminoso, che portò a una dura repressione e alla sospensione dei poteri del Parlamento.

Nel 2009 Fujimori fu condannato a 25 anni di carcere per crimini contro l’umanità a causa di due massacri di civili commessi in suo nome dall’esercito, diventando il primo ex presidente a essere processato e giudicato responsabile di violazioni di diritti umani nel proprio Paese. Nel 2017 fu graziato dall’allora capo dello Stato, Pedro Pablo Kuczynski, per motivi umanitari a causa delle sue cattive condizioni di salute, dopo il parere favorevole della Corte costituzionale. Il governo peruviano ha proclamato tre giorni di lutto nazionale per la morte.