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“Ballare sul bancone di Striscia la Notizia fu un trauma. In America quando esco con mia figlia sembriamo due pazze”: i ricordi di Elisabetta Canalis

L'ex Velina nei cinema d'Italia con il film "Come far litigare mamma e papà"

Elisabetta Canalis è nei cinema di tutta Italia perché è tra i protagonisti del film “Come far litigare mamma e papà” di Gianluca Ansanelli, con Giampaolo Morelli e Carolina Crescentini. La pellicola ruota attorno ai due genitori Miriam (Carolina Crescentini) e Stefano (Giampaolo Morelli) che complici e innamorati più che mai, accudiscono il figlio Gabriele che, però, si sente in trappola. Quando i suoi genitori gli rivelano il desiderio di trasferirsi fuori città, realizza che l’unica soluzione per evitare questo incubo è farli separare.

E a proposito di separazioni, la Canalis ha raccontato dell’ex marito Brian Perri: “Non esistono famiglie perfette, solo quelle che hanno trovato un equilibrio. Fortunato chi ci riesce. Se io e Brian abbiamo trovato un equilibrio? Noi abbiamo spostato il centro dell’interesse dalla coppia a nostra figlia. C’è armonia, ma è un work in progress, il lavoro di ogni giorno. Nostra figlia Skyler è fortunata, ha un padre presente e attento. Il mio lavorava fino a tarda sera, l’ho vissuto come una figura autoritaria. Il lavoro di genitore arriva senza istruzioni”.

Dall’America all’Italia: “Quando torno a Milano sono attenta pure al bar, qui la mattina esco con mia figlia che sembriamo due pazze. La mia scuola è piena di mamme belle e io tutto sono fuorché appariscente. Ho comprato un pickup tipo furgoncino, accolta tra risate e meraviglia: altro che le Mercedes rosa di altre mamme. Perdo le malefiche comunicazioni della scuola ma in classe c’è una mamma italiana con tre figli, mi affido a lei. Ho un bel gruppetto, con lei e una mamma iraniana”.

La memoria poi corre al programma che le ha regalato la popolarità massima in Italia, “Striscia la Notizia”: “Ballare sul bancone fu un trauma. Ho sconfitto l’incubo con la pignoleria. Non sono da ballo ma da kickboxing, sport dove scompaiono i limiti di genere: difendi e attacchi. Da Antonio Ricci ho imparato a verificare, dubitare, ridimensionare”.