di Elisa Bianco, responsabile dipartimento corporate
In questi giorni studenti e studentesse d’Italia tornano sui banchi di scuola, ma per le grandi insegne dei supermercati è ora di pagelle. Proprio oggi Essere Animali ha infatti pubblicato il report “Supermercati italiani: impegni e trasparenza per i polli” che racconta l’andamento delle conversazioni che l’associazione ha avviato nel 2022 con i principali supermercati italiani sugli standard di allevamento dei polli per la produzione di carne. Nello specifico si tratta di Aldi, Bennet (Gruppo Végé), Conad, Coop, Esselunga e Gruppo Selex.
Le “pagelle” rispecchiano le informazioni che, entro fine luglio 2024, le insegne hanno scelto di condividere con noi su tre macroaree di interesse: qualità delle conversazioni, proattività a esplorare proposte concrete di avanzamento e presenza di impegni concreti e significativi per i polli nelle comunicazioni pubbliche in tema di benessere animale e sostenibilità.
Su un massimo di 10, i voti complessivi raggiunti dai supermercati non superano il 5: Coop ed Esselunga registrano solo un 4, mentre Aldi e Gruppo Selex rispettivamente 4,5 e 5. Più bassa invece la valutazione per Bennet (Gruppo Végé) che ha totalizzato 3, mentre il principale supermercato italiano – Conad – si piazza all’ultimo posto con un 2. Le aziende di distribuzione che in Italia si sono invece già impegnate per migliorare le condizioni dei polli nella loro filiera sono Carrefour, Cortilia e Eataly.
La richiesta di Essere Animali è semplice: implementare i criteri dello European Chicken Commitment (Ecc) — un impegno con l’obiettivo di definire un nuovo standard minimo per il benessere di questi animali — per i prodotti a proprio marchio, perché nonostante nelle conversazioni che abbiamo tenuto i supermercati abbiano detto di non essere direttamente responsabili delle condizioni di vita dei polli allevati nelle loro filiere, in realtà sappiamo che possono giocare un ruolo fondamentale nella trasformazione dei sistemi produttivi.
Grazie alla loro dimensione e ai volumi di vendita, sono infatti in grado di indirizzare direttamente il miglioramento delle filiere da cui provengono i prodotti venduti a loro marchio — soprattutto nei casi di grandi catene come Coop ed Esselunga particolarmente attente, agli occhi dei consumatori, a qualità e sostenibilità —, contenendo al tempo stesso eventuali aumenti di prezzo grazie a un’economia di scala.
Ormai non ci sono più scuse, ci aspettiamo che anche i supermercati italiani inizino a impegnarsi quanto prima per un reale miglioramento delle filiere che vada a vantaggio di polli e consumatori.