Alla sfida partecipano nove candidati, il voto è previsto il 27 settembre. I favoriti sono due uomini, le donne in corsa patiscono la visione conservatrice dei liberal-democratici
È iniziata giovedì la corsa per la presidenza al partito di governo Liberal-Democratico, che spicca per essere la più affollata della storia, e quella in cui è particolarmente difficile indovinare chi la spunterà tra i politici contendenti. Sono nove i candidati -due donne e sette uomini- pronti e pronte a dare inizio ai viaggi per comizi e dibattiti, in giro per città e isole nipponiche al fine di convincere i colleghi delle varie correnti LDP, di essere i più adatti/e ad affrontare gli obiettivi del partito e, a ancor meglio, per il bene del paese Giappone .
Tra due settimane (il 27 settembre) si voterà e si saprà – se non sarà necessario un secondo giro di votazioni -, chi prenderà il posto dell’uscente Kishida Fumio come presidente del partito, e di conseguenza chi verrà nominato primo ministro in carica. Secondo i sondaggi più aggiornati, sono due politici uomini i favoriti alla vittoria: Koizumi Junichiro ex ministro dell’Ambiente e figlio d’arte – suo papà Junichiro Koizumi è stato primo ministro dal 2001 al 2006 – e Ishiba Shigeru, 67enne ex ministro della Difesa. Per le due signore in corsa, l’attuale ministra degli Affari Esteri, Kamikawa Yōko, e la ministra per la Sicurezza Economica, Takaichi Sanae, la scalata alla presidenza si presenta come da copione – in un LDP ancorato a visioni conservatrici e rappresentato in maggioranza da uomini- piena di ostacoli e ridotte probabilità di vittoria.
Gli argomenti principali nei dibattiti che i candidati proporranno, vertono su diverse questioni: le principali riguardano il presente e futuro dell’economia nazionale, le riforme da attuare per un nuovo e più flessibile mercato del lavoro, la sicurezza del paese dal punto di vista ambientale, della difesa e sociale, la rivitalizzazione regionale dell’agricoltura e i passi da portare a compimento per le risorse energetiche alternative. A conclusione di questa significativa votazione presidenziale, il governo Kishida dovrebbe chiedere le dimissioni, il Parlamento eleggere il nuovo primo ministro. Leader che dovrà attivarsi per formare in tempi brevi sia il nuovo Gabinetto, sia dare inizio a una nuova conduzione di partito.
E poi gli toccherà continuare la traballante comunicazione con gli Stati Uniti, circa la possibile acquisizione da parte di Nippon Steel Corp. della statunitense U.S. Steel, a cui si oppone l’amministrazione Biden, la candidata alla presidenza Kamala Harris, e (in questo si trovano d’accordo sia democratici che repubblicani) anche il contendente alla presidenza, il conservatore ultra-nazionalista Donald Trump. Questa desiderata acquisizione da parte giapponese va avanti almeno dallo scorso dicembre senza essere ancora giunta a conclusione, con e-mail che si susseguono tra le due aziende e i rispettivi sindacati, tra lo staff di Joe Biden che intende bloccare l’acquisizione giustificando la sua posizione per motivi di sicurezza nazionale, commenti da parte dei media, e degli interessati appartenenti a entrambi i paesi.
L’elezione di novembre alla presidenza statunitense, chiunque dei due contendenti vincerà, non aiuterà di certo a risolvere la faccenda che la parte giapponese porta avanti con estrema costanza nonostante le difficoltà. Nel frattempo la famiglia imperiale sta festeggiando il raggiungimento della maggiore età del principe Hisahito (18 anni il 6 settembre, secondo in linea di successione al trono del Crisantemo) e della mamma principessa Kiko (58 anni compiuti l’11 settembre). Tuttavia, tra la valanga di auguri ai due, la principessa si sta trovando ad affrontare e rispondere alle numerose critiche giunte online a causa dell’espresso sostegno al figlio, quale “sperato” futuro imperatore. Secondo l’attuale Legge della Casa Imperiale le donne della Famiglia non possono diventare imperatrici (storicamente e prima della legge del 1948, il Giappone ha avuto 8 imperatrici), dunque la figlia dell’attuale imperatore Naruhito e della consorte Masako, principessa Aiko 22enne, ne è di fatto esclusa.
L’opinione pubblica però, e parte dei partiti politici di opposizione cercano dai primi anni duemila di riformulare la Legge esistente, in favore di una successione che permetta delle imperatrici. Nel 2006 la nascita del principe Hisahito unico “giovane” e quindi possibile successore maschio, ha ridato forza e scuse al partito di Governo LDP, che continua da allora a bloccare la discussione e la revisione della legge. I risultati dei numerosi sondaggi degli ultimi anni, confermano che la maggioranza dei cittadini giapponesi sostengono l’idea di Aiko, o comunque delle donne alla successione imperiale. L’ultimo sondaggio risale al marzo e aprile 2024 (quinto anno dell’era Reiwa), ed è stato proposto dall’agenzia di stampa Kyodo News. I risultati mostrano il 90% dei cittadini favorevoli a un’imperatrice, il 72% dichiara di percepire una certa crisi circa la stabilità della successione al Crisantemo, il 35% vorrebbe che il cambiamento avvenisse il più presto possibile, e il 19% sostiene che la questione dovrebbe essere affrontata cautelando comunque il giovane principe Hisahito.