A oltre quattro mesi dal varo, il 10 settembre è finalmente stato pubblicato in Gazzetta ufficiale il decreto ministeriale con le correzioni dei nuovi Indici sintetici di affidabilità fiscale (Isa) validi per il periodo di imposta 2023. Il viceministro dell’Economia con delega al fisco Maurizio Leo lo aveva firmato il 29 aprile, poi apparentemente è stato “dimenticato” e non è mai entrato ufficialmente in vigore, fino a due giorni fa. A luglio e agosto 2,7 milioni di lavoratori autonomi e società soggetti agli Isa hanno quindi pagato saldi e acconti prendendo come riferimento degli indici non validi.

Secondo Italia Oggi, ora il software di calcolo dei punteggi Isa andrà aggiornato e i contribuenti dovranno ricalcolare il proprio voto e anche la proposta di concordato biennale. Dal voto Isa dipende peraltro l’aliquota agevolata che sarà applicata sulla differenza tra il reddito dichiarato l’anno prima e quello concordato con il fisco. Sulla base dei termini previsti dallo Statuto del contribuente, la data di presentazione delle dichiarazioni dei redditi dovrebbe poi essere rinviata di 60 giorni. Ma il mancato rispetto dello Statuto non sarebbe certo una novità.

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