Ambiente & Veleni

La legge sul ripristino della natura riguarda l’Emilia Romagna da vicino

Nature Restoration Law è il titolo di una legge europea con la quale dobbiamo familiarizzarci perché riguarda il nostro futuro e la qualità dell’ambiente in cui viviamo e che lasceremo in eredità alle nuove generazioni. Si tratta di un provvedimento approvato nell’ultimo step dal Consiglio dei Capi di Stato e di Governo dell’Unione europea e in vigore da agosto 2024, che rappresenta un edito strumento di ripristino della qualità dei territori, degli habitat naturali e della fauna, a tutela della biodiversità. Troppo avanzato per il governo italiano che ha votato contro!!!!

L’obiettivo generale del provvedimento è che gli Stati membri, ciascuno a casa propria, mettano in pratica misure di ripristino degli habitat naturali danneggiati e deteriorati, arrivando a coprire, entro il 2030, almeno il 20% delle aree terrestri e marine da rigenerare, fino al completo ripristino, entro il 2050, di tutte le aree che necessitano misure di rigenerazione. Il provvedimento affida agli Stati, attraverso i ministeri dell’Ambiente, il compito di scrivere i Piani di Ripristino Nazionale, sentendo le Regioni che devono contribuire a realizzare le mappature delle aree deteriorate da ripristinare. L’affidamento della regia ai governi nazionali per l’Italia può rappresentare un ostacolo enorme al raggiungimento dell’obiettivo. Difficile credere che il governo Meloni – che con l’Ungheria ha votato contro il provvedimento ed è notoriamente ostile alla transizione ecologica e favorevole a nucleare e fonti fossili – possa dare corpo ai piani credibili.

La Legge per il ripristino della natura (Nature Restoration Law) è molto articolata e prevede una lunga serie di prescrizione, tra cui l’implementazione di programmi per invertire, entro il 2030, il declino della popolazione di impollinatori. Un tema questo caro a noi Verdi e agli ambientalisti di tutta Europa: da anni ci battiamo per l’eliminazione di sostanze dannose per le api e per gli impollinatori, soggetti fondamentali del processo di impollinazione che rende possibile la produzione di frutta. Impensabile fare a meno di questi operatori naturali che ci rendono gratuitamente un servizio indispensabile all’agricoltura. Eppure, vengono aggrediti da pesticidi e sostanze chimiche di ogni genere.

Della Nature Restoration Law e della sua attuazione a livello regionale parlerò nel corso di un dibattito (domenica 15 settembre, alle ore 18, al Parco Nomentano di Roma) nel corso della Festa di Alleanza Verdi Sinistra, un intenso programma di dibattiti inaugurato mercoledì dalla Lectio Magistralis del Premio Nobel per la Fisica Giorgio Parisi.

Dire che questa legge ci riguarda da vicino anche in Emilia-Romagna non è un esercizio retorico. In passato mi sono già occupata in più occasioni dell’applicazione regionale della direttiva Habitat, la cui mancata applicazione è costata all’Italia l’ennesima procedura d’infrazione europea, che riguarda sia la superficie complessiva sia le modalità di gestione dei siti della Rete Natura 2000, che anche in Emilia-Romagna sono insufficienti rispetto ai parametri previsti dall’Europa. Solo quest’anno la Regione ha varato il provvedimento definitivo sull’aumento dei siti della Rete Natura 2000, che oggi ammontano complessivamente a quasi 310 mila ettari, pari al 12,3% dell’intero territorio regionale.

L’incremento delle superficie protette, poco più di 7.000 ettari, pur così modesto ha richiesto un lunghissimo iter e grandi mobilitazioni. Per questo non dobbiamo abbassare la guardia: i nuovi e più ambiziosi obiettivi della Nature Restoration Law affidano alla Regione un compito ancor più impegnativo, che avrà bisogno di adeguati finanziamenti nazionali. Purtroppo il governo Meloni non dà garanzie. Il cammino per ripristinare gli habitat naturali danneggiati è lungo. E nel frattempo dobbiamo fermare il processo di degrado dei territori ancora integri. In una regione come l’Emilia-Romagna che registra uno dei tassi di consumo di suolo vergine tra i più alti d’Italia serve una decisa inversione di rotta. La presenza di Alleanza Verdi Sinistra nelle istituzioni regionali servirà a far fare i necessari passi in avanti alle politiche per l’ambiente e l’integrità del territorio.