Calcio

Serie B nel caos, i club si spaccano a metà sulla riconferma di Balata: salta l’elezione del presidente

Fumata grigia, tendente al nero. La Serie B si spacca esattamente a metà e l’assemblea elettiva si trasforma in una battaglia campale per il presidente Mauro Balata, che ne esce un po’ dimezzato: il n. 1 in carica si ferma a 10 preferenze, appena un voto in meno necessario per la conferma, ma non riesce […]

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Fumata grigia, tendente al nero. La Serie B si spacca esattamente a metà e l’assemblea elettiva si trasforma in una battaglia campale per il presidente Mauro Balata, che ne esce un po’ dimezzato: il n. 1 in carica si ferma a 10 preferenze, appena un voto in meno necessario per la conferma, ma non riesce proprio a sfondare il muro di un’opposizione evidentemente più nutrita del previsto. Non sfiduciato dunque, ma nemmeno rieletto.

La Serie B è la prima delle Leghe ad andare alle urne nella tornata elettorale del calcio italiano. Un antipasto che la dice lunga su ciò che ci attende nelle prossime settimane. Balata (che negli ultimi tempi era finito all’opposizione del presidente federale Gabriele Gravina) ha accelerato convocando l’assemblea già ad inizio settembre. Sotto la sua gestione la Lega B ha trovato un’identità, però esce anche da un bagno di sangue sull’ultima asta dei diritti tv che certo non ha fatto felici i patron. Infatti, nonostante la corsa contro il tempo, sono state presentate non una ma ben due candidature alternative (condite da un giallo sulla scadenza dei termini). Uno era Beppe Dossena, che qualche tempo fa aveva già tentato l’avventura nel sindacato dei calciatori e che ha deciso di fare un passo indietro, ritirando la propria candidatura in assemblea prima delle votazioni. E poi Vittorio Veltroni, nipote di Walter, soprattutto manager di spessore internazionale con esperienze in Vodafone e Mondadori e un ruolo di primo piano nella società di head hunting Heidrick & Struggles con cui ha avuto modo di relazionarsi già con diversi presidenti.

Viste le premesse, che oggi il primo tentativo andasse a vuoto era abbastanza prevedibile. Ma per come si è consumato l’esito è stato abbastanza clamoroso. Già a partire dal continuo tira e molla fra club di maggioranza e dissidenti, tra chi non voleva nemmeno entrare in assemblea chiedendo un rinvio (9 club) e chi invece ha forzato la mano per votare subito. Nei primi due giri era previsto il quorum dei due terzi, dunque 14 voti, irraggiungibili da chiunque in questo clima: Balata ha preso 11 voti, contro 8 schede bianche. Numeri che sembravano favorevoli al presidente uscente, perché sufficienti a garantire l’elezione al terzo tentativo, quando diventa sufficiente la maggioranza semplice (appunto 11 voti su 20). Qui però il colpo di scena: in terza votazione Balata è sceso a 10, fermandosi a un voto dalla vittoria, e quando poi si è deciso di proseguire a oltranza è calato ancora, a 9 e poi addirittura ad 8. Così è arrivato lo stop, necessario allo stesso presidente federale che rischiava a quel punto di andare incontro ad una caporetto se il trend fosse stato confermato ulteriormente.

Si apre adesso una fase di riflessione, cioè di trattative e manovre sottobanco, in cui entrambi gli schieramenti opposti e al momento davvero paritetici proveranno ad accaparrarsi quella manciata di voti che manca per spezzare l’equilibrio. La prossima assemblea potrebbe essere convocata nel giro di un paio di settimane e assomiglierà un po’ a un’ultima spiaggia per Balata: in caso di ulteriore stallo lo spettro del commissariamento è dietro l’angolo, però anche questa è una prospettiva che non piace a nessun club, nemmeno a quelli gli hanno votato contro. Ad oggi la Serie B non ha un presidente: quello ancora in carica, Balata, ha dimostrato al momento di non avere una maggioranza in grado di garantirgli la rielezione; ma evidentemente i tempi non sono ancora maturi per un’alternativa, altrimenti quei voti li avrebbe presi Veltroni. Il caos è appena iniziato.

X: @lVendemiale