Mettere al centro delle grandi politiche globali il valore del cibo, elemento centrale per assicurare diritti fondamentali per tutti gli esseri umani. Con questo obiettivo Slow Food, in occasione del G7 Agricoltura, che si terrà a Siracusa dal 21 al 29 settembre, ha stilato una lista di 10 punti sui quali è fondamentale intervenire e sui quali chiede ai governi di impegnarsi. “Questi 10 punti hanno tutti uguale importanza – spiega Edward Mukiibi, presidente di Slow Food – mi sento però di sottolineare il valore della biodiversità, perché senza questa, non ci può essere un buon sistema alimentare”.
Nello specifico Slow Food chiede ai governi di impegnarsi affinché sostengano le aziende che producono secondo pratiche agroecologiche, quelle che allevano rispettando gli animali e quelle che limitano l’uso degli imballaggi di plastica, soprattutto per quanto riguarda l’uso e getta. Chiedono inoltre che venga inserita nelle scuole, di tutti gli ordini e gradi, l’educazione alimentare.
“La prospettiva complessiva che esprime questo documento – dichiara Barbara Nappini, presidente di Slow Food Italia – è un’altra idea di mondo che garantisca una sovranità alimentare a tutti i Paesi sulla terra.” L’occasione è servita anche per lanciare Terra Madre Salone del Gusto, che si terrà a Torino dal 26 al 30 settembre e al quale parteciperanno oltre 3 mila rappresentanti, di oltre 120 Paesi, che lavorano nella produzione di cibo.
Ecco le 10 richieste di Slow Food ai governi:
  1. sostengano le aziende che producono secondo pratiche agroecologiche, preservando e rigenerando suolo e biodiversità, risparmiando risorse idriche
  2. supportino chi alleva rispettando gli animali, chi tutela ecosistemi fragili e presidia aree marginali, salvaguardando biodiversità e fertilità
  3. rendano obbligatoria l’educazione alimentare per le scuole di ogni ordine e grado e promuovano un servizio di ristorazione collettiva basata su prodotti freschi, locali e di qualità, e che combatta lo spreco alimentare
  4. attuino politiche vincolanti che rimodellino le dinamiche della catena alimentare, garantendo informazioni trasparenti e complete ai consumatori, definendo criteri minimi di sostenibilità per gli acquisti pubblici di cibo, sostenendo la vendita diretta e i mercati dei produttori.
  5. concretizzino le politiche necessarie per riconoscere un giusto prezzo agli agricoltori che producono cibo nel rispetto del suolo e della salute dei consumatori.
  6. regolamentino tutti gli Ogm, svolgendo appropriate valutazioni dei rischi e garantendo ai consumatori trasparenza e tracciabilità lungo tutta la filiera. Slow Food è favorevole alla ricerca scientifica e all’innovazione tecnica, ma pretende che sia principalmente pubblica, accessibile, orientata verso il bene comune e le vere esigenze dei territori e delle comunità.
  7. promuovano politiche economiche e commerciali che garantiscano la sovranità alimentare a tutti i popoli e che evitino di esportare nel sud del mondo le esternalità negative del sistema alimentare occidentale, come la deforestazione per produrre mangimi e oli alimentari, il land grabbing, il water grabbing, l’esportazione di derrate agricole sottocosto nel sud del mondo (dumping).
  8. favoriscano la riduzione degli sprechi lungo tutta la filiera: dalla produzione alla trasformazione, dalla distribuzione alla vendita; dalla ristorazione collettiva ai singoli cittadini.
  9. supportino la pesca costiera su piccola scala evitando di sovvenzionare le grandi flotte, le pratiche di pesca che impoveriscono i mari, l’acquacoltura intensiva.
  10. obblighino le aziende a ridurre al minimo gli imballaggi e limitino la formula “usa e getta” ai casi strettamente necessari (come l’ambito sanitario), vietandola in tutti gli altri. Chiediamo inoltre di agevolare in ogni modo il riciclo, che oggi riguarda meno del 10% della plastica prodotta.
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