Ultimo e Jacqueline Luna Di Giacomo saranno presto genitori. Ormai è risaputo, dopo le indiscrezioni di giugno, l’annuncio, le foto con il pancione e il baby shower, il momento tanto atteso si avvicina. E nonostante non sia proprio dietro l’angolo, la futura mamma già immagina come educherà suo figlio.
“Avendo avuto la fortuna di crescere madrelingua americana in casa, farò lo stesso con il bebè – spiega Di Giacomo in una storia postata su Instagram -. E quindi mi sono già immaginata le scene dato che chi cresce bilingue in casa lo sa, si crea una confusione in testa e i bimbi inizialmente, o almeno io, mi rifiutavo di parlare due lingue. Volevo parlare solo italiano perché ero in Italia”. Così Di Giacomo inizia a mimare un’immaginaria conversazione con il suo futuro figlio che gli chiederà di andare al parco e lei che risponderà dicendo di conoscere solo l’inglese. Ma la 24enne sa che dovrà fare i conti con la personalità ‘romanesca’ del compagno, Ultimo, e ci scherza su: “E il papà interromperà e dirà: ‘nnamo te ce porto io ar parco’”, scrive, divertita, Jacqueline.
Un futuro da mamma già sognato per Di Giacomo che, dunque, cercherà di far imparare l’inglese a suo figlio sin dai subito. Forse è anche questo il motivo per cui Ultimo e Jacqueline abbiano deciso di trasferirsi negli Stati Uniti, oltre alla doppia cittadinanza, americana e italiana, che il loro primogenito avrà.
I fan, però, hanno notato un dettaglio non di poco conto. Durante le clip, infatti, Di Giacomo non menziona mai sua madre, Heather Parisi, che le ha insegnato l’inglese quando lei era ancora una bambina. Che tra loro non scorresse buon sangue è ormai risaputo, anche perché Parisi “non avrebbe alcuna intenzione di conoscere suo nipote e infatti non ha ancora chiamato sua figlia per la gravidanza”, aveva rivelato l’esporto di gossip Alessandro Rosica agli inizi di agosto. E la stessa ex ballerina ha voluto commentare le crtiche che ha ricevuto con un post su Instagram pubblicato pochi giorni fa: “Io ho carriera e talento e non parlo dei miei fatti privati ad uso della pruderie e della morbosità di una società in cui farsi i cazzi propri non è più un valore”.
