È iniziato ieri, 11 settembre, il processo che vede imputato Valter Pettenon, l’ex assessore della Lega, 56 anni, di Loria, in provincia di Treviso, accusato di aver perseguitato l’ex fidanzata. Pettenon risponde di atti persecutori, accusa che ha portato anche a un divieto di avvicinamento e all’obbligo di braccialetto elettronico, misure disposte dal tribunale su richiesta della Procura. L’ex assessore è uno dei dirigenti storici del Carroccio nel Trevigiano e rappresenta la corrente dei “nostalgici” del vecchio partito, un po’ in attrito quindi col corso più recente inaugurato da Matteo Salvini. “Ho deciso io di fare un passo indietro rispetto alla politica – aveva detto al momento delle dimissioni – Non posso avere un profilo legalitario e invocare che le norme della giustizia penale vengano applicate con severità quando sono stato tirato in ballo e denunciato per una storia di presunto stalking. Ma sono sicuro che alla fine uscirà la verità e potrò tornare a camminare a testa alta”.

La vicenda è stata contraddistinta da querele incrociate. E’ iniziata con quella della compagna di Pettenon in cui lo ha accusato di un presunto tradimento. Poi ha raccontato di aver cominciato a ricevere messaggi continui e anche minacce. A marzo un incontro in una pasticceria del piccolo paese veneto. Un incontro interpretato dai membri della coppia in maniera molto diversa: fortuito per lui, la prova di un pedinamento per lei. Un’escalation che ha portato ai provvedimenti del giudice nei confronti dell’allora assessore. Quest’ultimo continua a dichiararsi innocente e ha più volte parlato di atteggiamenti di intimidazione e scherno da parte del nuovo compagno dell’ex con tanto di denuncia ai carabinieri contro ignoti dopo aver trovato distrutti i finestrini del suo furgone.

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